Soudal Quick-Step, Julian Alaphilippe non pensa al contratto: “Non so dove sarò il prossimo anno, corro sempre come se fosse l’ultimo”
Julian Alaphilippe è apparso pimpante al suo esordio stagionale al Tour Down Under 2024. Il due volte campione del mondo in linea si è classificato sesto nella generale, concludendo la tappa con arrivo sul Willunga Hill e quella sul Mount Lofty rispettivamente alla quarta e alla sesta posizione. Il francese, tirato a lucido e magrissimo come raramente si era visto negli ultimi anni, ha iniziato la stagione in maniera incoraggiante e si appresta a vivere l’ultimo anno di contratto con la Soudal – QuickStep, sperando di ottenere un prolungamento, senza pressioni e rimanendo concentrato sui suoi obiettivi.
“Non ho fatto nulla di esagerato quest’inverno, solo allenamenti normali, non chissà quante ore, senza intensità folli, perché la cosa più importante per me era costruire una buona base e migliorare da qui ai miei obiettivi – spiega ai media presenti in Australia, come riporta cyclingnews – “Se parto da cose semplici, come non cambiare l’allenamento, o non cambiare nulla, ma mantenerlo semplice, come ho sempre fatto prima, sapevo che sarebbe stata una buona base per migliorare, quindi questo è quello che ho fatto”.
Il transalpino guarda con soddisfazione ai piazzamenti ottenuti nella prima corsa UCI World Tour dell’anno, che molti potrebbero reputare deludenti per un campione come lui: “Forse per molte persone può essere una delusione, ma per me è una cosa molto importante […] A Willunga Hill avevo voglia di lottare e di stare con i primi. Sapevo che sarebbe stato difficile vincere perché i ragazzi che vincono qui si allenano continuativamente in inverno, da novembre o addirittura da ottobre, quindi so qual è il mio stato attuale. Ero davvero motivato a dare il massimo e a vedere come mi sentivo, sono rimasto sorpreso di poter lottare con i migliori fino alla cima della salita. È una bella sorpresa, ad essere onesti”.
Alaphilippe sembra aver recuperato il fuoco che lo ha reso non solo uno dei ciclisti più vincenti degli ultimi anni, ma anche uno dei più simpatici, avvicinabili e rispettati di questo sport, anche per il suo modo di correre senza troppi calcoli, che lo ha visto spesso regalare spettacolo. Un corridore che si divertiva divertendo, atteggiamento che in queste ultime stagioni ha fatto fatica a far emergere perché sentiva per la prima volta che il corpo non rispondeva alle sue aspettative. “Non ho mai perso lo spirito, ma fisicamente non ce la facevo – ammette – Quando sentivo di non poter vincere, facevo un sacco di fatica e mi sentivo morire, perché non era divertente per me…”.
Il portacolori del team fiammingo sente dunque finalmente di essersi messo alle spalle gli infortuni degli ultimi due anni: “Ora sento che fisicamente faccio del mio meglio per tornare al mio livello migliore, e questo è il primo grande passo per me. Poi penserò alla vittoria, ma sono tornato su quella strada, a lottare per il successo con buone sensazioni”.
Riguardo al suo rapporto con Patrick Lefevere, ha la certezza che questo è sempre stato saldo, nonostante alcune dichiarazioni piuttosto forti del dirigente fiammingo in questi ultimi anni: “Abbiamo sempre parlato, sia quando le cose andavano benissimo sia quando andavano meno bene. E credo che ora sappia che sono molto impegnato, che do il massimo ogni giorno, quanto sono professionale, quindi faccio il mio lavoro e lui fa il suo”.
Ormai giunto all’ultimo anno del faraonico contratto firmato dopo la vittoria dei suoi due mondiali, il corridore francese sa che per lui questa sarà una stagione molto importante, ma non è la scadenza a motivarlo: “Non penso mai che sia il mio ultimo anno di contratto. Corro ogni anno come se fosse l’ultimo della carriera […] Ogni inverno inizio come se non avessi mai vinto niente sinora, ho sempre ragionato così”.
Una mentalità che quest’anno potrebbe anche avere un riscontro diverso visto che compirà 32 anni e che molti della sua generazione cominciano a salutare il gruppo: “Non so dove sarò il prossimo anno, se continuo, se continuo con questa squadra, se continuo con il ciclismo, non lo so…“
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