Picnic PostNL, Fabio Jakobsen dovrà saltare il Tour dopo l’intervento invasivo alle arterie: “L’operazione era necessaria, altrimenti avrei dovuto smettere di correre”

Ci vorrà qualche mese per poter veder Fabio Jakobsen nuovamente in gara. Il corridore del Team Picnic PostNL è stato operato negli scorsi giorni per cercare di risolvere il restringimento a entrambe le arterie iliache che provocava una limitazione del flusso sanguigno verso le gambe e, di conseguenza, gli impediva di avere a disposizione tutta la sua potenza, spiegando così anche le difficoltà incontrate negli ultimi mesi. L’intervento, che ha avuto esito positivo, è comunque stato piuttosto invasivo e ciò costringerà il 28enne neerlandese a una lunga riabilitazione che lo terrà a lungo lontano dalle corse e non gli permetterà di essere al via del Tour de France 2025.

Mi sento come un vecchio nonno, ma cammino e mi muovo – ha dichiarato Jakobsen a De Telegraaf dopo l’operazione – Ovviamente, si va a fare un’operazione del genere in forma smagliante. Poi si passa una notte in terapia intensiva e io ne sono uscito molto male. Mi hanno tagliato i muscoli addominali da cima a fondo, mi hanno aperto verticalmente per poter raggiungere entrambe le vene“.

“Quando hanno finito l’operazione, l’addome doveva essere richiuso – ha proseguito il 28enne – È una cosa piuttosto difficile se si hanno muscoli addominali forti. È lì che sento più dolore, le gambe non mi danno molto fastidio. A volte fanno l’operazione con piccole incisioni, ma la TAC non mostrava cosa dovevano fare esattamente. Allora si fa alla ‘vecchia maniera’. Si apre, si guarda tutto con attenzione e si fa ciò che è necessario. Il chirurgo era molto soddisfatto dell’operazione, ma la riabilitazione sarà molto lunga, almeno otto-dodici settimane. Per l’addome e le vene dovrò stare a riposo per almeno quattro settimane. Mi è consentito camminare leggermente e nient’altro”.

Uno stop importante che costringerà il velocista neerlandese a riprendere la preparazione da zero: “La condizione si perde abbastanza rapidamente, ma il vantaggio è che a 28 anni sono ancora giovane e in forma, quindi potrò tornare a lavorare abbastanza rapidamente. Tra quattro settimane dovrò tornare per un primo controllo per vedere se tutto è a posto con le vene e l’addome. Da lì potremo definire un piano di riabilitazione. Forse potrò iniziare ad andare in bicicletta due o tre ore alla settimana“.

Nonostante tutto, l’umore di Jakobsen resta abbastanza buono: “Posso essere triste, ma purtroppo anche gli infortuni fanno parte dello sport di alto livello e so cosa significa dover ritornare. La mia curva di crescita si era fermata a causa di questo infortunio. L’operazione era necessaria, perché altrimenti avrei dovuto smettere di correre“.

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