Peter Sagan spiega l’incidente: “Dovevo andare a casa perché è l’indirizzo che avevo dato all’antidoping”

Peter Sagan spiega le sue ragioni riguardo la multa subita per aver infranto il coprifuoco e colpito un agente. Lo slovacco si è innanzitutto scusato per l’episodio attraverso i social media, chiarendo poi alcuni aspetti di una disavventura che gli è costata 5000 euro per resistenza a pubblico ufficiale, 100 € per la violazione del coprifuoco e 1500 € di spese legali. Fermato dalla polizia intorno alla mezzanotte del 25 aprile, secondo quanto riportato dalla stampa francese il tre volte iridato avrebbe dato in escandescenze e si sarebbe “dimenato come un pazzo” nel momento in cui la polizia aveva deciso di portarlo in ospedale. Una colluttazione nella quale un agente ha riportato un infortunio alla mano.

Secondo quanto emerso inizialmente, il corridore sarebbe stato fermato mentre era in una macchina, guidata dal fratello Juraj. “Ero andato a casa della mia ex moglie per mettere a letto mio figlio – racconta lo slovacco a cyclingnews – Ho bevuto un paio di bicchieri di vino e poi ho deciso di tornare al mio appartamento malgrado il coprifuoco fosse iniziato. Dovevo andare a casa perché è l’indirizzo che avevo dato per i controlli anti-doping. Ho percorso i 500 metri tra i due appartamenti su uno scooter guidato da mio fratello Juraj. Quindi non stavo guidando e non ero in macchina, pertanto non sono stato sottoposto all’etilometro. Ma la polizia voleva portarmi in ospedale per fare un test anti-droga, cosa che non ho capito. È per questo che ero arrabbiato e ho finito per spingere l’agente. Sono molto dispiaciuto per tutto questo incidente”.

Durante l’udienza, i suoi legali avevano invece spiegato le sue azioni dicendo che temeva di essere “forzato a vaccinarsi”. Una frase che aveva creato polemiche. Anche su questo Sagan ha dunque voluto proporre un suo chiarimento, specificando di non essere contrario al vaccino. Il corridore della Bora – hansgrohe era infatti risultato positivo al covid nel mese di febbraio, mentre era in ritiro in Spagna assieme al fratello Juraj e al connazionale Erik Baska. In quel periodo non aveva dunque bisogno del vaccino, ciclo che ha successivamente completato nel corso dell’estate e ora è regolarmente in possesso di un green pass valido a livello internazionale.

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