Mitchelton-Scott, Simon Yates: “Ho chiuso il Giro d’Italia 2018 malato. Ora so di poter vincere un GT”

Simon Yates torna a parlare a un mese di distanza dal Giro d’Italia 2018. Grande protagonista della Corsa Rosa con tre successi di tappa e diciassette giorni da leader della classifica generale, il corridore della Mitchelton Scott ha alzato bandiera bianca sulle rampe del Colle delle Finestre, pagando un distacco di oltre 38 minuti da Chris Froome (Team Sky) e abbandonando così le sue speranze di ottenere il primo successo in carriera in un GT.

Metabolizzata la sconfitta, la maglia bianca del Tour de France 2017 si è detta convinto di avere un grande futuro davanti a sé: “Sono estremamente orgoglioso di quello che ho fatto. Nessuno lo avrebbe pronosticato alla vigilia. Alla fine non ho raccolto il bottino pieno, ma sono arrivato a tre tappe dal centrarlo. È una cosa che non possono vantare in molti. Certo, non ho vinto, ma tornerò per farlo e sono sicuro che prima o poi ci riuscirò”.

Il 25enne britannico si è poi soffermato sull’enorme dispendio di energie prodotto nelle prime due settimane e mezzo e che, a detta di molti, gli è costato a caro prezzo nelle frazioni decisive: “È vero, forse avrei potuto essere più paziente e la cosa mi avrebbe aiutato, anche se siamo andati a tutta dal primo giorno. Magari lottare per ogni singolo secondo non serve, sono delle piccole correzioni che potrò fare in futuro. Tutti hanno visto quello che ho fatto al Giro d’Italia, ma in pochi sanno quanto sia stato duro il mese che ha preceduto l’appuntamento”.

Ancora sullo snodo cruciale che gli è costato la vittoria finale: “A Prato Nevoso mi sono difeso e la salita era più adatta a corridori come Tom Dumoulin (Team Sunweb). Ma va anche detto che dopo il Giro d’Italia sono stato a letto con l’influenza per tre giorni, quindi significa che qualcosa stava succedendo. Sul Colle delle Finestre se non ci fosse stato Fromme ci sarebbe stato Dumoulin o magari Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida). Era il posto giusto per attaccarmi. La mattina mi sentivo bene, ero stanco ma d’altronde chi non lo è dopo 19 tappe? Il dispiacere più grande è stato per la mia squadra, per tutto quello che hanno fatto i compagni. Se avessi avuto una spiegazione per cui le mie gambe non giravano, sarebbe stato più facile. Ho sentito il bisogno di scusarmi, anche se loro mi hanno detto che non ce n’era bisogno. Abbiamo dominato la gara ed è stato un peccato non vincerla. Ho dato il massimo finché ho potuto, ma quando il margine è diventato superiore ai 10 minuti ho mollato. Avrei potuto lottare per restare nella top ten della classifica generale, ma il mio obiettivo era la vittoria finale. Una volta che ho capito che stava sfuggendo, mentalmente ho mollato”.

Saltato il Tour de France, nel quale sarà il fratello gemello Adam il capitano unico della Mitchelton Scott, Simon Yates prepara il finale di stagione che dovrebbe vederlo protagonista alla Vuelta a España: “Ho sempre creduto nelle mie possibilità di poter salire sul podio o vincere un Grande Giro. Continuo a farlo ancora di più adesso che ci sono arrivato vicino e che ho imparato tutte le responsabilità che derivano dal ruolo di capitano. Credo proprio che alla fine riuscirò a centrare il mio obiettivo”.

Un obiettivo che proverà molto probabilmente a perseguire con la stessa maglia. Nonostante le offerte ricevute da Trek-Segafredo e UAE Team Emirates, infatti, il pistard britannico non dovrebbe cambiare casacca: “Ho avuto due offerte concrete e molti altri contatti, e ho già preso una decisione che comunicherò a breve. Il mio obiettivo è quello di vincere gare in bici, non di guadagnare soldi. La mia decisione si baserà soltanto su ragioni sportive e non economiche”.

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