Jumbo-Visma, Jonas Vingegaard rivela di aver saltato un test antidoping nel 2019: “Avevo lasciato il cellulare in cucina e il campanello non funzionava”

Jonas Vingegaard svela un curioso episodio riguardo a un controllo antidoping. Vincitore degli ultimi due Tour de France, il portacolori della Jumbo-Visma ha dichiarato in una recente intervista a Ekstra Bladet di essere stato sottoposto a 60-70 test nel corso del 2023 tra quelli effettuati in gara e quelli fuori competizione, ma riguardo a questi ultimi ha anche rivelato di aver mancato un controllo antidoping nel 2019. Il danese, che in ogni caso non ha violato il regolamento, dato che solo dopo il terzo test saltato nell’arco di 18 mesi si può incorrere in una squalifica, ha spiegato come si sono svolte le cose in quell’occasione.

Avevo lasciato il cellulare in cucina e il campanello non funzionava – le parole di Vingegaard – Hanno provato a chiamarmi ma era chiaro che era impossibile rispondere. Certo, non è bello. Ma poi sono arrivati ​​due giorni dopo. Mi hanno testato in quell’occasione, ma ovviamente non è bello avere un test mancato che incombe su di te. È sicuramente qualcosa a cui penso per assicurarmi che non accada di nuovo”.

Pur riconoscendo che è “una seccatura” doversi ricordare ogni giorno di comunicare la propria reperibilità per i test fuori competizione, il classe 1996 è contento che ci siano i controlli antidoping: “È una buona cosa essere testati continuamente. In un certo senso aiuta. In qualche modo i corridoi possono ancora imbrogliare, quindi non voglio semplicemente dire, come si faceva ai vecchi tempi, che sono il corridore che viene testato di più”.

Lo scalatore danese non si è mai tirato indietro dal discutere dell’argomento doping, riconoscendo come parlarne possa aiutare ad evitare quanto accaduto in passato: “Penso che sia un peccato che stiamo soffrendo per quello che è successo 20-30 anni fa. Non voglio nasconderlo, penso ancora che sia importante parlare del passato. Se ne parli, credo che ci siano maggiori possibilità di non imbrogliare. Forse è un modo per evitare che accada in futuro”.

Io non prendo nulla e credo che non lo faccia nemmeno il resto del gruppo – ha aggiunto Vingegaard, ribadendo quanto già detto in altre occasioni – Dato che ho potuto vincere il Tour de France due volte senza prendere nulla, credo che anche tutti gli altri non prendano nulla”.

Il 26enne ha infine parlato anche della positività a un diuretico del compagno di squadra Michel Hessmann: “Non so come sia entrato nel suo corpo. Ma penso che la più grande paura di ogni corridore sia che tu possa prenderlo attraverso il cibo o qualcosa che mangi, e in questo modo risultare positivo senza che la tua intenzione sia stata quella di imbrogliare”.

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