Israel-PremierTech, Chris Froome distensivo con la dirigenza: “Nessun rancore. Non mi arrenderò, sarebbe un sogno tornare tra i migliori in salita al Tour”
Chris Froome conferma l’intenzione di volersi ritirare con la Israel-Premier Tech. È già noto che il britannico non ha digerito l’esclusione dalla selezione per il Tour de France 2023 e che il ritorno in Francia è l’obiettivo primario per la prossima stagione, così come un programma in generale incentrato sulle corse a tappe, e la sua squadra sembra intenzionata ad accontentarlo anche perché ha fatto su di lui un investimento pluriennale. I rapporti tra di lui e la dirigenza non sono dei migliori, soprattutto da quando il proprietario Sylvan Adams lo ha punzecchiato definendolo in sostanza al momento un cattivo affare per la sua squadra.
Prima del Saitama Criterium di domenica scorsa ha ribadito l’intenzione di portare a termine il suo contratto con la squadra: “Siamo in contatto relativamente regolarmente ma no, nessun rancore – ha spiegato a CyclingNews in merito – Voglio dire, le sue frustrazioni sono comprensibili ma, le cose stanno così. Ho un contratto per altri due anni. Quando sono arrivato ho firmato un contratto quinquennale. Ho ancora la sensazione di poter dare di più e ho voglia di smettere avendo dato il massimo. Non mi arrenderò. Hanno detto cose ben peggiori su di me”.
Nonostante gli anni avanzino, continua a considerarsi un corridore da corse a tappe: “Non è un segreto che non sono un uomo da classiche. Anche quando ero nel mio momento migliore non sono mai riuscito a vincere, ma neanche ad entrare nei primi dieci. Ci sono sempre andato cercando di dare il massimo, ma non sono uno di quei corridori che riescono a dare il 110% in una giornata. La mia forza arriva sempre quando inizia a farsi sentire la stanchezza, quando sei da giorni in una corsa a tappe”. Vuole quindi continuare in questa direzione: “Spero davvero che il prossimo anno potrò concentrarmi maggiormente sulle corse a tappe. Ho apportato alcuni grandi cambiamenti alla posizione sulla bicicletta e spero che questo mi aiuti ad avvicinarmi di nuovo ai miei vecchi livelli”.
Un passo decisivo per tornare ad essere competitivo, a suo dire, è quello dell’aggiustamento della posizione in bicicletta grazie anche al ritrovamento di una vecchia bici dei tempi del Team Sky che ha evidenziato diverse discrepanze con quella attuale: “Ho scoperto che mi ha dato molta motivazione aggiuntiva perché potrebbe essere parte del puzzle, dei pezzi mancanti, sul motivo per cui non ho ancora trovato il livello a cui volevo arrivare”.
Sa che sarebbe chiedere troppo vincere il Tour all’alba dei 39 anni, però vorrebbe tornare a essere competitivo: “Se riuscissi a tornare al Tour de France ed essere davanti quando la gara diventerà selettiva, quando ci sono meno corridori rimasti in salita, sia che si tratti di lottare di nuovo per una vittoria di tappa o addirittura di provare a concorrere in qualsiasi posizione in classifica generale… per me, già solo restare con i migliori, quando la gara diventerà selettiva, sarebbe un sogno“.
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