Intermarché-Wanty, Taco van der Hoorn torna ad allenarsi dopo 14 mesi: “Spero di gareggiare in questa stagione”

Taco van der Hoorn sta continuando la sua lenta riabilitazione. La commozione cerebrale sofferta con la caduta al Giro delle Fiandre 2023 lo ha lasciato ai box per oltre 14 mesi, ma il 30enne olandese è felice perché ha recentemente iniziato a pedalare con sempre più consistenza. Il corridore della Intermarché-Wanty, parlando nel podcast De Wielerredactie ha però sottolineato che la strada da fare è ancora tanta, di non sentirsi un professionista in questo momento, ma che sta lavorando per riuscire a tornare in gara entro la fine di questa stagione.

I miei disturbi ora sono mal di testa e quella che chiamano ‘nebbia del cervello’ – ha spiegato van der Hoorn – Che vuol dure che hai tipo dei blackout e a volte ho difficoltà a concentrarmi. Ora noto che sta andando molto bene e non succede più così tanto, ma all’inizio succedeva abbastanza spesso. Se avevo fatto qualcosa di troppo e la gente mi chiedeva qualcosa, non avevo idea di cosa era stato detto. E il mondo ti sfugge un pochino, e vivi in una sorta di nebbia. Queste sono situazioni molto difficili in cui identificarsi. Ma se parli con altre persone che hanno avuto una commozione cerebrale, capiscono esattamente cosa intendi”.

Il 30enne olandese è poi andato più a fondo sulla sua condizione fisica attuale. “Al momento, sono soprattutto gli sforzi che generano la nebbia. Se il mio battito cardiaco e la pressione sanguigna aumentano, so che avrò quei disturbi in poco tempo. E se faccio qualcosa di troppo, potrei sviluppare complicazioni ancora nella vita di tutti i giorni. Quello che faccio ora è pedalare cinquanta minuti due volte al giorno, come da programma. Non è molto se lo paragoni a un Tour de France. Ma è comunque di più di quanto ho fatto fino ad ora. Sono al mio punto massimo. All’inizio avevo difficoltà a fare dieci minuti sulla bici da città, che era una cosa molto intensa a quel tempo”.

Il fatto di pedalare è un grande passo avanti per lui, che però deve continuare a fare progressi un passo alla volta, senza forzare troppo. “Pedalo cinque volte a settimana per due volte al giorno. Ho stabilito una sorta di base che posso gestire senza troppi problemi. E aggiungiamo un 10% ogni settimana. Può succedere che certi giorni abbia più mal di testa e abbia bisogno di riposare un po’ di più. Ma se mantengo questo minutaggio in bicicletta con costanza, allora vado a eliminare l’effetto domino del fare troppo e troppo lentamente”.

Van der Hoorn in questo momento sente però di essere molto lontano dalla vita del gruppo dei pro, di cui fino a 14 mesi fa era uno dei membri più attivi, soprattutto nelle fughe da lontano. “Non sento più di essere un ciclista professionista. Spero solamente di riuscire a tornare a gareggiare quest’anno. Questo è il mio obiettivo e sto lavorando sodo per farcela. E so dall’ultima volta [la commozione avuta nel 2018 – ndr] che posso farcela in breve tempo. A fine stagione sarò senza contratto e mi piacerebbe molto continuare ad essere un ciclista professionista”.

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