EF-Nippo, Alberto Bettiol: “Vincere il Fiandre mi ha cambiato la vita. Quest’anno devo provare da lontano”

Alberto Bettiol si presenterà al Giro delle Fiandre 2021 con una forma lontana da quella desiderata. Il corridore toscano ha vissuto un inizio di stagione particolarmente travagliato, tra problemi fisici che ne hanno intaccato la preparazione e qualche ulteriore colpo di sfortuna durante le corse. L’ultima novità è stata la leggera forma influenzale che non gli ha permesso di prendere il via della Dwars door Vlaanderen 2021 di mercoledì, ultima competizione in programma per rifinare la condizione in vista della monumento di domenica. Per questo non sarà semplice vedere il corridore della EF-Nippo al meglio delle proprie possibilità nella competizione belga, di cui è stato vincitore nel 2019 con una splendida azione sul Kwaremont.

Mi sento bene, semplicemente non sono al mio meglio – ha rivelato in un’intervista rilasciata a Cyclingnews – Sto inseguendo la forma dei miei rivali e la mia. Ho iniziato ad allenarmi il 15 gennaio e ho fatto ciò che posso, ma sto correndo le classiche con 2400 chilometri nelle gambe e 80 ore in sella meno del solito. Per me è un handicap. È qualcosa che pago soprattutto nelle corse lunghe, difficili e intense. Il livello in questa primavera è così alto che ogni mancanza di forma è velocemente esposta. Mi si è spenta la luce alla Milano-Sanremo dopo sei ore e alla Gent-Wevelgem ho sofferto perché è stata dura tutto il giorno. So che soffrirò al Fiandre, ma non getterò la spugna“.

Bettiol ha poi riconosciuto come il successo nella monumento sia stato decisivo nella sua carriera: “Sono cresciuto guardando il Giro delle Fiandre, quindi poi correre sulle stesse strade è stato magico. Vincere il Giro delle Fiandre 2019 ha cambiato la mia vita. È come sposarsi o avere un figlio. La mia vita e la mia carriera non saranno mai gli stessi. Ne sono davvero grato. C’è qualcosa di speciale nel correre qui. Ora un pochino meno con le restrizioni per il coronavirus, perché non c’è il profumo di patatine fritte o la birra in cima al Kwaremont. Ma è comunque una gran giornata, una che ogni ciclista certamente ama. Il Fiandre è la corsa più bella e non lo dico perché l’ho vinta. Ha tutto. È spettacolare da vedere ed è simbolica per tutti noi. Rappresenta una nazione e il nostro sport.

Infine una battuta sulle sue possibilità quest’anno: “Di certo fa male non poterla onorare quest’anno, ma è una corsa che amo quindi so che tornerò nei prossimi anni per lottare per un’altra vittoria. Non rinuncerò mai a lottare per vincere corse perché so cosa posso fare nel ciclismo. L’ho mostrato vincendo al Fiandre. Quest’anno, come molti altri corridori, devo giocare le mie carte presto e provare qualcosa da lontano. È rischioso ma può funzionare se i tre big si guardano l’un l’altro. Se aspettassimo il finale sul Kwaremont come ho fatto nel 2019, ci staccherebbero e batterebbero nettamente. Possono anche vincere lo sprint in un gruppetto. Con la mia condizione attuale, non posso aspettare il Kwaremont. Devo sperare che succeda qualcosa prima e che tutto giri nel mio verso. Sarà una lotteria, ma non puoi vincere se non compri un biglietto“.

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