Deceuninck-QuickStep, Julian Alaphilippe: “La vittoria iridata è stata la realizzazione del sogno di una vita”
Julian Alaphilippe ha ripercorso le sensazioni provate con la vittoria ai Mondiali di Imola 2020. Il corridore transalpino ha raccontato la sua esperienza dopo il successo iridato ed anche la prima corsa nella quale ha indossato la maglia arcobaleno, la Liegi – Bastogne – Liegi. Il corridore della Deceuninck – QuickStep ha confermato come l’appuntamento iridato fosse il suo grande obiettivo di questo 2020, in funzione del quale aveva impostato tutta la sua preparazione. Anche la notizia della rinuncia della Svizzera ad organizzare i Mondiali, con il conseguente spostamento dell’appuntamento iridato a Imola, non ha modificato i suoi piani.
“Quest’anno avevo un piano molto preciso ed è per questo che la mia preparazione al Tour de France si è concentrata anche su quello che ci sarebbe stato dopo, con i Campionati del Mondo come obiettivo principale della stagione – ha raccontato il transalpino – Quando ho saputo che avevano cambiato percorso e che dovevamo correre a Imola invece che in Svizzera, sono rimasto un po’ sorpreso, ma ho capito perfettamente la situazione e ho mantenuto la speranza che il percorso fosse duro e selettivo”.
“Subito dopo il Tour, sono andato in Italia, dove mi sono goduto un bel recupero e ho avuto modo di fare una ricognizione del percorso insieme ai miei compagni francesi. Dopo il primo giro, mi sono detto che sarebbe stata che questa sarebbe stata la mia occasione per conquistare la maglia arcobaleno. Mi è piaciuto quello che ho visto, sapevo che il mio livello era buono e avevo al mio fianco una squadra fantastica, pronta a sacrificarsi per me, quindi ero pronto a sfruttare al meglio tutto questo”. Nonostante la grande voglia di vincere, Alaphilippe ha saputo gestire molto bene la pressione: “Ho cercato di partire senza pressioni, senza pensare a cosa poteva succedere ed ero estremamente concentrato. Vincere la gara dopo più di sei ore e realizzare finalmente questo sogno di una vita è stato incredibile, soprattutto perché c’erano molti corridori forti. L’ho detto anche prima, la maglia iridata è la più bella del ciclismo e sapere che sarebbe stata mia per dodici mesi è stato emozionante ed è ancora abbastanza difficile descriverlo in una sola parola“.
Il transalpino ha anche parlato della Liegi-Bastogne-Liegi, la prima corsa in maglia iridata nella quale si è fatto beffare da Primoz Roglic prima di venire declassato per volata irregolare: “Una settimana dopo è arrivata Liegi-Bastogne-Liegi e speravo in un buon risultato, ma poi sapete cos’è successo. In gara mi sentivo davvero bene, ho attaccato, fatto selezione ed ero fiducioso delle mie possibilità. Sfortunatamente, sono arrivato all’ultimo chilometro vuoto e ho pagato questo. Ho valutato male il finale perché ero molto stanco e ho commesso quell’errore per il quale sono ancora dispiaciuto – ha confessato – Per fortuna tre giorni dopo ho potuto rimediare alla Freccia del Brabante, una gara che mi piace molto, dove volevo migliorare il mio secondo posto dello scorso anno. È stata una giornata che mi è piaciuta, con un saliscendi duro, una gara aggressiva con tanti attacchi e dove ho potuto contare ancora una volta su un’ottima Deceuninck-QuickStep. Vincere con la maglia iridata appena dieci giorni dopo averla conquistata è stato speciale e indimenticabile e, allo stesso tempo, mi ha fatto desiderare di vincere di più l’anno prossimo, quando vorrò onorare questa maglia in tutte le gare che farò“.
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