Coronavirus, Alberto Contador non teme per il futuro del ciclismo: “Le grandi multinazionali continueranno ad investire”
Alberto Contador è convinto che le multinazionali non abbandoneranno il mondo del ciclismo. Dopo le visioni pessimistiche di Dave Brailsford e Rigoberto Uran, la voce dell’ex corridore spagnolo si leva fuori dal coro e ipotizza uno scenario non troppo apocalittico per il nostro sport, avvicinandosi un po’ alla visione di John Lelangue della Lotto Soudal. Tuttavia, l’iberico ha riconosciuto l’importanza del Tour de France e dei danni che potrebbe causare un mancato svolgimento della corsa, dicendosi tuttavia certo che i grandi sponsor continueranno a finanziare il mondo del ciclismo, proprio come già accaduto dopo la crisi del 2008-2010.
“Ci sono due possibili scenari in una situazione del genere: o un team va alla deriva oppure diventa più forte – ha spiegato ai microfoni di Cyclingnews – […] Ma non rimarranno solo tre squadre WorldTour (come aveva ipotizzato Uran – ndr). Perché no? Perché le grandi multinazionali, con o senza coronavirus, dovranno tornare a investire nel marketing. E se il ciclismo ha funzionato bene per loro in passato, continueranno a spendere anche in futuro”.
Sul problema della grande dipendenza del ciclismo dal Tour de France, sollevato da Dave Brailsford, il due volte vincitore della Grande Boucle ha poi punzecchiato il team manager del Team Ineos: “Questo non è un argomento nuovissimo, ma non c’è via d’uscita dal fatto che il Tour era, è e sarà sempre la corsa più importante. Io credo che Dave sia il primo ad apprezzarlo, visto che Ineos è una della squadre che dà la priorità maggiore al Tour. […] Immaginate se Dave schierasse Thomas, Froome e Bernal al Giro e alla Vuelta senza portarli al Tour. Questo di certo cambierebbe le cose. Il problema, ovviamente, sarebbe giustificare questa decisione con lo sponsor perché, che ci piaccia o no, l’impatto del Tour è maggiore di quello di qualsiasi altra gara”.
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