Bahrain-Merida, Nibali pensa al futuro: “Sono ripartito da infortuni più grossi, la vità è così. Ora spero in Vuelta e Mondiale”
Vincenzo Nibali guarda avanti dopo il ritiro al Tour de France 2018. Dopo la grande delusione, gestita ancora una volta con serenità e compostezza, il capitano della Bahrain – Merida, che intanto pensa ad una azione legale per quanto capitato, cerca di pensare al finale di stagione nel quale può cercare il riscatto per quanto successo sull’Alpe d’Huez. Anche perché il sogno iridato se lo porta appresso da anni ed è qualcosa, che al contrario della Maglia Gialla, ancora non è riuscito a conquistare, con Firenze 2013 che resta uno dei ricordi più duri della sua carriera.
“Preferirei la prima maglia iridata a un secondo Tour – spiega alla Gazzetta dello Sport – Sono ripartito da infortuni forse più grossi. Quello che è successo, per fortuna, non dovrebbe compromettere la parte finale della stagione, la Vuelta e il Mondiale, anche se dovrò stare fermo e riposare diversi giorni. Fino a che c’è il dolore non posso fare niente”.
Composto, Nibali commenta anche il suo modo di fare, diverso da quanto forse avrebbero fatto alcuni rivali. Da subito ha parlato di cose che possono capitare, senza cercare colpevoli e accettando sereno le scuse di Cristian Prudhomme, direttore della Grande Boucle. “Che reazione avrei dovuto avere? – si chidede – Dovevo lanciare la bici in aria? Che cosa potevo fare? Ormai il danno era fatto e bisogna guardare avanti. La vita è così. Ti mette davanti a queste situazioni. L’importante è che tutto il resto sia a posto”.
Riguardo l’incidente, tutto è successo molto velocemente e anche dopo aver rivisto le immagini non ha certezza di come sono andate le cose, anche se lui stesso vede nell’incauto fotografo la probabile causa.”Non mi sono fatto neanche un graffio, ma è stato fatale il colpo che ho preso da sotto a sopra, andando giù di colpo. Poi ho rivisto il video, eccolo. C’è un imbuto, la moto che passa, non si riesce a capire. I fumogeni, una situazione fuori controllo. Io non ho mai detto che era stata colpa della moto, proprio perché è successo tutto in un secondo e non avevo realizzato. C’è questa cinghia che forse, nel dondolare, mi ha preso la leva della bici. I tifosi avevano scavalcato le transenne, c’è stato un rallentamento…”.
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