Astana Qazaqstan, Mark Cavendish: “Da anni non avevo la possibilità di lavorare per i miei obiettivi, in questa squadra mi sento rispettato”

Mark Cavendish è pronto per tornare in gara. Il campione britannico in carica farà il suo debutto con la maglia dell’Astana Qazaqstan giovedì in Oman, dove affronterà la Muscat Classic 2023; poi, nella sua agenda, c’è anche la partecipazione al Tour of Oman 2023 (11-15 febbraio). Il velocista dell’Isola di Man è stato uno dei nomi più caldi del recente CicloMercato: prima è stato “accompagnato alla porta” dalla QuickStep, poi è stato il volto-copertina dei propositi di grandeur della B&B Hotels, di Jerome Pineau, progetto che però è affondato prima ancora di prendere il mare.

Così, Cavendish si è trovato senza squadra, accettando infine il contratto offertogli dall’Astana Qazaqstan, squadra che, con la sua licenza WorldTour, gli permetterà di essere al via delle corse più importanti del calendario mondiale, compreso quel Tour de France 2023 che darebbe al britannico la possibilità di conquistare il record assoluto di successi di tappa, a “spese” di Eddy Merckx. “Quel primato è importantissimo per le persone, ma per me quello che conta è vincere – le parole del 37enne britannico in un’intervista concessa al Times –  Non una sola corsa, ma due, tre, tutte quelle che posso. Il Tour è la gara intorno alla quale ho costruito la mia carriera, ma ormai siamo al punto in cui penso di essere indipendente da quel record e dalla figura di Merckx”.

Il britannico ripercorre gli anni recenti della sua carriera, costellati di gioie e di delusioni. “Ultimamente mi è sembrato di saltare da un problema all’altro. Alla Dimension Data non stavo bene a causa proprio della squadra, ma sono stato trattato malissimo per quello”. Nel 2020 il passaggio alla Bahrain del suo vecchio mentore, Rod Ellingworth per un legame durato solo un anno: “Ora tendo a dare meno fiducia alle persone, sono conscio del fatto che gli altri non sono leali con te in quanto persona, ma con quello di cui hanno bisogno da te”. Poi, il capitolo QuickStep-AlphaVinyl, che ha portato alle 4 vittorie di tappa del Tour de France 2021 e all’esclusione dell’anno successivo.

“Sono stato in squadre dove mi trattavano come un idolo – le parole di Cavendish – Ti senti isolato, ti accorgi della pressione che c’è su di te e non è una bella cosa. E sono stato anche in squadre dove mi avrebbero preso a calci, metaforicamente parlando, e, allo stesso modo, non è una bella cosa. All’Astana Qazaqstan mi sono sentito invece subito rispettato per quello che ho fatto in carriera e per quello che posso ancora. E, soprattutto, come persona. Con Alexandr Vinokourov non ho dovuto giustificarmi per voler essere ancora un corridore. In più, lui e la squadra sono stati estremamente disponibili con me, in particolare per via del processo in corso in cui io e la mia famiglia abbiamo dovuto testimoniare“.

Cavendish racconta altri dettagli del suo avvicinamento all’Astana, avvenuto dopo che è divenuto chiaro che la B&B non avrebbe proseguito la sua attività: “Con Pineau ero in parola già da luglio, poi, a inizio dicembre ho iniziato a diventare un po’ nervoso… Vinokourov mi chiamato e mi ha chiesto cosa pensassi della possibilità di andare in Astana. Ha messo in chiaro da subito che non avrebbe potuto pagarmi quanto la B&B mi aveva promesso, ma mi ha anche detto che non ci sarebbe stata alcuna pressione da parte sua. ‘Se non vinciamo, nessun problema; ma continueremo a provarci‘, sono state le sue parole. Nessuno mi aveva parlato così da tantissimo tempo”.

Il velocista britannico, che in carriera ha vinto finora complessivamente 161 corse, parla anche del ciclismo attuale, ben diverso da quello in cui ha mosso le prime pedalate: “Adesso si guarda solo ai numeri e ai dati di potenza, le squadre cercano tutte il nuovo Van Aert. Io sono stato capace di adattarmi nell’arco di 15 anni, ma penso che oggi uno come non potrebbe passare professionista. Ai miei tempi, vincevi da Under 23 e ti offrivano i contratti; ora guardano al potenziale fisico, non a quello che sei capace di vincere. Il miglior velocista di oggi? Ammiro Jasper Philipsen: non è quello che sprigiona la potenza maggiore, ma è uno che sa pensare da sprinter da Grandi giri”.

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