Vuelta a España 2025, a decidere subito per fermare l’ultima tappa sono stati i corridori: “Alla prima invasione di strada abbiamo capito che era la cosa più sensata da fare”

La Vuelta a España 2025 passerà alla storia, oltre che per i risultati sportivi, per i tanti momenti di tensione vissuti a causa delle proteste che ne hanno più volte scosso lo svolgimento. Iniziate con la presenza della Israel-Premier Tech fra le squadre partecipanti come motore, le manifestazioni sono divenute sempre più frequente e anche di carattere più “ampio”, fino a impedire lo svolgimento della ventunesima e ultima tappa, sulle strade di Madrid. In Spagna, peraltro, la Vuelta è diventata anche motivo di scontro verbale fra le varie forze politiche e il tutto è andato ben oltre il semplice concetto di manifestazione sportiva.
In tutto questo, in mezzo c’erano i corridori, che hanno più volte vissuto situazioni di pericolo, compresa quella che ha poi portato al ritiro di Javier Romo. Durante l’ultima tappa, sarebbero stati proprio loro a decidere, prima che lo facesse l’organizzazione, di fermare la corsa. “All’inizio era tutto abbastanza tranquillo – il racconto di Joan Bou, corridore della Caja Rural-Seguros RGA, ai microfoni di Cadena Ser – Poi, all’ingresso nel circuito di Madrid, nonostante ci fosse molta polizia, sono iniziati i problemi. Alla prima occasione in cui c’è stata un’invasione della strada e si è creata una situazione di pericolo, abbiamo deciso di fermarci“.
Bou aggiunge: “Abbiamo deciso come gruppo, perché c’era il rischio di cadere e la situazione non era sicura – le parole dello spagnolo – Già durante la tappa di Bilbao c’erano stati problemi in zona arrivo, ma alla fine non c’erano stati problemi. Stavolta, però, non eravamo neanche entrati a Madrid e già c’erano persone che cercavano di farci cadere, senza fare distinzioni fra squadre”.
Il portacolori della Caja Rural-Seguros RGA rivela inoltre: “L’organizzazione ci aveva preannunciato che sarebbe stato difficile riuscire a finire la tappa. C’erano tanti manifestanti che volevano interrompere la corsa e non c’erano garanzie che si potesse passare senza problemi. Per questo il gruppo ha deciso che la cosa più sensata fosse fermarsi”. Già a metà Vuelta i corridori avevano fatto sapere, a seguito di votazione interna, che si sarebbero fermati in caso la situazione fosse diventata troppo pericolosa per loro, e, in occasione dell’ultima tappa, così è successo.
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