La nostra consueta rubrica che traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2024.
Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale): L’australiano fa un vero numero inserendosi nella fuga di giornata, andando poi all’attacco da lontano assieme al solo Leemreize e infine in solitaria negli ultimi 27 chilometri, dove rifila distacchi importanti agli altri fuggitivi e, soprattutto, non perde neppure un secondo su un gruppo che gli concede troppo spazio. Per lui, oltre alla vittoria di tappa, arriva quindi anche la Maglia Rossa con un vantaggio di quasi 5′ sul primo dei big, Roglic: non sarà facile togliergliela.
Marco Frigo (Israel-Premier Tech): Tra i più attivi nel cercare la fuga giusta, il 24enne riesce poi a centrarla e si dimostra tra i più brillanti nel corso della giornata. O’Connor era oggi di un altro pianeta, ma il veneto riesce a mettersi alle spalle diversi nomi importanti tra gli altri attaccanti nonostante una scivolata nel corso della discesa precedente alla salita finale.
Florian Lipowitz (Red Bull-Bora-hansgrohe): Il corridore tedesco vive una giornata di libertà, che sfrutta per recuperare posizioni in classifica generale e andare a conquistare la Maglia Bianca di miglior giovane. Si fa però sfuggire la possibilità di giocarsi il successo di tappa, anche se contro questo O’Connor sarebbe stata dura in ogni caso.
Red Bull-Bora-hansgrohe: Va bene voler lasciare la Maglia Rossa e gli oneri connessi a qualcun altro, va bene lasciare un po’ di libertà a Lipowitz per giocarsi il successo di giornata, ma non si può concedere tutto quello spazio agli attaccanti quando davanti c’è un uomo pericoloso come O’Connor. A un certo punto, la situazione sfugge di mano ai corridori della formazione tedesca, che non solo consentono all’australiano di rientrare in classifica, ma anche di prendere ampio vantaggio su Roglic.
Movistar: Con Mas al terzo posto della generale magari non toccava ai corridori del team spagnolo lavorare maggiormente (anche perché anche loro mettono un uomo in fuga, Pelayo Sanchez), ma nel momento in cui decidono di farlo (probabilmente troppo tardi) non fanno praticamente la differenza e non riescono a far cambiare ritmo al gruppo o a recuperare terreno su O’Connor.
UAE Team Emirates: Vale lo stesso discorso fatto per la Movistar: anche la formazione emiratina aveva un uomo in fuga, Jay Vine, e quando l’australiano perde contatto dagli altri fuggitivi, la squadra mette uno o due uomini in testa al gruppo, ma non è un’azione convinta e continua e non fa la differenza che sarebbe servita per riavvicinarsi al battistrada e difendere il secondo posto di Almeida.