Deceuninck-Quick-Step, Evenepoel sulle accuse al team: “Quando ho saputo, ho pianto. Lottavo per la mia vita e hanno fatto il meglio per me”

Anche Remco Evenepoel non ha gradito le voci sulla Deceuninck-Quick-Step al Lombardia 2020. Negli ultimi giorni si è parlato molto del video nel quale si vede Davide Bramati, direttore sportivo del team belga, togliere un oggetto dalle tasche del giovane talento dopo la terribile caduta che lo ha visto suo malgrado protagonista nella classica monumento di ferragosto. L’UCI ha addirittura chiesto all’antidoping di aprire un’indagine sulla vicenda, temendo che l’oggetto in questione fosse un modem per il trasferimento dei dati o contenesse qualche sostanza illecita, e per questo l’italiano si sarebbe premurato di toglierle prima che potessero essere trovate nella divisa del corridore. La squadra ha voluto ribadire, tramite un comunicato ufficiale, la propria versione dei fatti, ovvero che si trattava di una bottiglietta con sostanze nutritive, rimossa per permettere di adagiare il classe 2000 sulla barella.

Evenepoel ha quindi voluto esprimere piena vicinanza al modo in cui il proprio team si è comportato, scrivendo su Twitter il proprio punto di vista e raccontando la sua reazione di fronte alla notizia dell’indagine: “Sarò onesto. Questa mattina ho pianto nel mio letto di ospedale tra le braccia di mio padre. Questo è per far capire quanto mi sentissi male. Stavo lottando per la vita in quel momento. E la mia squadra ha semplicemente fatto il meglio per me!“. Un ulteriore modo per cercare di togliere ogni dubbio dal comportamento del team, che ha fatto tanto parlare di sé sui social network nelle ultime settimane.

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