L’assegnazione delle wild-card per il Giro d’Italia 2017 ha suscitato inevitabili polemiche. L’esclusione di due compagini italiane come la Androni – Sidermec e la NIPPO – Fantini, in favore di Gazprom – Rusvelo e CCC Sprandi, ha suscitato inevitabili malumori, vista l’importanza della posta in palio. “Lo stato di crisi del movimento italiano non nasce dalle scelte del Giro, ma dal fatto che questo movimento si sia alimentato per anni di un modello sbagliato: ‘O faccio il Giro, o chiudo la squadra’ – dichiara Mauro Vegni alla Gazzetta dello Sport – No, non può essere questo il modo di ragionare. L’attenzione al ciclismo italiano c’è e ci sarà sempre. Non può essere che il Giro sia tutti e che le altre corse non contino niente: le squadre che non corrono il Giro fanno Strade Bianche, Tirreno e Sanremo. Assurdo dire che tutto sia dovuto: se tutto è legato al Giro, vuol dire che queste squadre non hanno un progetto vero”. Entrando nel dettaglio, il direttore del reparto sportivo di RCS Sport non ha ritenuto sufficiente la struttura di Androni e NIPPO per accedere nel novero delle squadre invitate anche alla luce del fatto che si richiede “sempre più internazionalizzazioni” e gli “aspetti politici e commerciali” non possono passare in secondo piano. “Mi dispiace per l’Androni, ma dietro ci deve essere un progetto – prosegue – E lo stesso vale per la NIPPO, alla quale ho dato fiducia per un paio d’anni. Io voglio che da questi team passino i migliori giovani italiani: Arredondo, nel caso della NIPPO, non fa la differenza. Il progetto lo fa la Bardiani, diventata una bella piattaforma di lancio dei talenti. E la Wilier è seconda in Coppa Italia, ma non fa la Tirreno per esempio”.
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