NIPPO-Fantini, Pelosi risponde a Vegni: “Non abbiamo un progetto vero? Dichiarazione offensiva, ne rimango stupito”

Non si esauriscono le polemiche sull’assegnazione delle wild-card al Giro d’Italia 2017. L’esclusione di due compagini italiane ha generato numerose reazioni e in casa NIPPO – Fantini c’è la volontà di richiedere l’aiuto della Federazione Ciclistica Italiana. Il general manager Francesco Pelosi aveva già espresso questo auspicio nella giornata di ieri, ribadendolo in una nota pubblicata in data odierna. “Chiediamo alla Federazione Ciclistica Italiana di intervenire, a supporto di RCSper chiedere una deroga all’UCI ed allargare il numero delle Wild Card, come fatto nel 2011 per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Reputiamo necessario un intervento forte per salvaguardare il Ciclismo Italiano e dare un’opportunità in più ad un team di matrice tricolore per il Giro100, il Giro che più di ogni altro unirà l’Italia e porterà il Made in Italy nel mondo. I team Italiani sono sponsorizzati da molte aziende Italiane, simbolo del Made in Italy, meritano di essere valorizzate nell’evento Nazional – Popolare più importante, alla sua 100^ edizione – afferma l’imprenditore ligure – Mi stupisco di come la FCI non si sia mossa, in vista del Giro100, collaborando con RCS per coniugare tutela del ciclismo e dei progetti Italiani al pari delle scelte strategiche aziendali proprie di RCS per il futuro”.

Ulteriore amarezza viene destata dal commento di Mauro Vegni, il quale ha accusato le squadre escluse di non avere un progetto vero. “La reputo una dichiarazione offensiva e ne rimango stupito – prosegue Pelosi – La NIPPO – Vini Fantini ha un manifesto chiaro che dal 2015 spiega la mission: crescere i migliori giovani talenti Italiani e Giapponesi guidati da atleti di classe ed esperienza, con un ‘attività internazionale, con chiarezza ed etica impeccabili gestiti da nuove professionalità fino alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il team è fondato su due sponsor storici che investono da anni nel ciclismo italiano, che crescono il proprio investimento anno dopo anno e a cui se ne sono aggiunti di nuovi in ogni stagione. Non abbiamo apparizioni momentanee sulle maglie, non facciamo problami che poi vengono disattesi dai fatti”. Le aspettative nella squadra italogiapponese erano molte, specialmente in un anno in cui si era compiuto il salto di qualità a livello di organio con gli arrivi di Julian Arredondo, Marco Canola, Ivan Santaromita e Alan Marangoni. “Siamo una società 100% Italiana, per gestione e affiliazione (paghiamo le tasse in Italia) e non abbiamo mai avuto casi di Doping. Siamo intransigenti sul doping, per questo siamo anche l’unica squadra al mondo che pubblica on-line i dati del passaporto biologico dei nostri corridori, puntando alla massima trasparenza e intransigenza – conclude Pelosi – Tutto questo dal 2015, tutto questo con costante attività di comunicazione per darne evidenza: è possibile che questa trasparenza e intransigenza per il doping non abbia un peso specifico e non venga premiata? Insieme a tutti i cardini di un progetto chiaro e duraturo e ben strutturato? Abbiamo rispettato tutte le regole e indicazioni ricevute da RCS in questi anni, sulla costruzione della squadra per essere invitati al Giro: progetto chiaro, giovani talenti italiani, crescita internazionale, etica cristallina, no doping. Ci sono altre regole? Sarebbe stato molto importante conoscerle prima per poter lottare ad armi pari agli altri team che hanno logiche internazionali tanto quanto noi”.

La squadra, tuttavia, proseguirà nella sua azione e nel perseguire i suoi obiettivi, malgrado resti l’appello lanciato alla Federciclismo, affinchè lavori con RCS per avere una deroga UCI e un posto in più al Giro d’Italia.

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