Un anno fa… Tour de France 2024, Sean Kelly su Mark Cavendish: “Lui vuole il record, ma il percorso è durissimo; non credo che allungare la carriera sia stata la decisione giusta”
Il percorso del Tour de France 2024 ha raccolto tanti pareri entusiasti, anche se qualcuno ha storto il naso per la presenza degli sterrati nella tappa numero 9, la durezza e la varietà delle frazioni, a partire dal primo giorno di corsa pare garanzia di spettacolo ed emozioni. C’è però una categoria di corridori cui il percorso del prossimo Tour proprio non piace, i velocisti. Jasper Philipsen, vincitore della Maglia Verde e dominatore delle volate nel Tour de France 2023, ha prospettato già ora un ritiro anticipato, in caso dovesse essere al via. E Mark Cavendish, che in pratica ha allungato la carriera per andare a caccia di una vittoria di tappa nella Grande Boucle 2024, si è detto “scioccato” dal disegno voluto dagli organizzatori.
Sulla situazione del britannico ha parlato un grande del passato ciclistico, Sean Kelly, che di tappe al Tour ne ha vinte “solo” cinque in carriera (Cavendish ne ha vinte 34) ma che in bacheca ha uno sterminato accumulo di trofei: “Non credo che la decisione di continuare la carriera che ha preso Mark sia quella giusta – le parole di Kelly raccolte da GCN – Ma lui vuole quel record di vittorie e posso comunque capire la sua decisione. Ma c’è da fare un gran lavoro durante l’inverno, poi ci sono i velocisti più giovani… Penso che vincere quella tappa sarà davvero molto difficile per Cavendish”.
Kelly sottolinea l’aspetto del percorso: “Lui è sicuramente il miglior velocista di tutti i tempi e ha fatto cose incredibili nei Grandi Giri di questa era – ancora l’irlandese, oggi 67enne, il cui contatore di vittorie in carriera è arrivato a 159 – Sarebbe fantastico vederlo raccogliere quel primato. Ma il percorso del prossimo Tour, per un velocista, è semplicemente orribile. È una tendenza che stiamo vedendo di anno in anno: ogni corsa vuole essere più avvincente dell’altro e così le tappe diventano sempre più dure. Gli organizzatori dei Grandi Giri continuano a cercare queste pazze, stupide, salite con pendenze fuori dal normale. Così, per restare al Tour del 2024, le occasioni per i velocisti puri sono minime. Gli organizzatori vogliono creare grande attesa e curiosità, ma se si continua su questa strada dove si va a finire?”.
Dal canto suo Christian Prudhomme, direttore di corsa del Tour, ha dato il suo punto di vista, rivelando che la linea guida è quella di “non mettere mai due tappe per velocisti consecutive“. “Io penso – ancora Kelly – che l’UCI debba porre dei limiti, almeno nei metri di dislivello delle prime tappe dei Grandi Giri. Se non lo faranno, rischiamo di spingere tutti i corridori al limite e che magari riprendano a fare cose che non si devono fare. Se fai le corse così difficili, ci saranno tanti corridori che si troveranno a far fatica a restare al passo. E faranno fatica a tenersi il lavoro e c’è la possibilità che si torni agli anni bui del ciclismo”.
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