Tadej Pogacar supera indenne l’esame Mont Ventoux, dove si è conclusa oggi la sedicesima tappa del Tour de France 2025. Se l’ultimo confronto con Jonas Vingegaard lo aveva visto perdere terreno su questa iconica salita, stavolta non c’è stata differenza fra i due sul gigante provenzale, con lo sloveno che ha saputo rispondere colpo su colpo alle accelerazioni del danese, a sua volta pronto a reagire ai due affondi tentati dalla Maglia Gialla. Una battaglia senza vincitori dunque lungo i 15,7 chilometri all’8,8% che hanno aperto la terza settimana della Grande Boucle, anche se ovviamente per lo sloveno è un passo in avanti verso il suo quarto successo considerando che a due tappe dal termine arriva con un margine sostanzialmente invariato di 4’15” (ha comunque guadagnato due secondi all’arrivo).
“Jonas ci ha davvero provato oggi – commenta dopo l’arrivo – Hanno corso piuttosto bene come squadra, ma fortunatamente avevo gambe migliori rispetto al 2021 e sono riuscito a tenere il passo con l’accelerazione di Jonas. Sono contento della mia prestazione di oggi, perché sono riuscito a difendere la maglia gialla come avevamo pianificato al mattino. b, ma oggi c’era solo una salita: uno sforzo a tutta velocità dal fondo alla cima. I prossimi giorni avranno diverse salite e saranno più faticosi per il fisico“.
Dopo una fase iniziale di gara molto tirata, in cui la UAE Team Emirates XRG sembrava non voler consentire la fuga, portando anche ad alcune discussioni e polemiche, alla fine è stato un gruppo di 35 uomini ad allungare, nel quale la formazione emiratina ha messo due uomini. “Abbiamo lasciato andare Pavel Sivakov e Marc Soler nella fuga perché non eravamo troppo interessati alla tappa e, se avessimo dovuto affrontare la salita, avevamo Tim e Adam più la possibilità di chiedere loro di fermarsi. Poi la Visma è stata molto aggressiva e abbiamo quasi raggiunto la fuga. A un chilometro dall’arrivo abbiamo visto i fuggitivi, ma nemmeno Superman avrebbe potuto raggiungerli. Complimenti a Valentin Paret-Peintre: si è meritato la vittoria, è in queste lunghe salite che dà il meglio di sé. Personalmente, ero concentrato su Jonas, nient’altro. Jonas e io gareggeremo l’uno contro l’altro fino a Parigi. È stata una tappa molto dura, soprattutto dopo un giorno di riposo, e sono felice di averla superata”.
Una offensiva sfrenata nel finale che ha permesso ai due rivali di battere il record di scalata che teneva ormai da venti anni: “Non credo che oggi avremmo potuto andare molto più veloci. Jonas e la sua squadra hanno imposto un ottimo ritmo, dai piedi e anche in seguito con i due uomini in fuga. Questo è il limite quanto veloci potevamo andare”.
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