Tour de France 2018, Kristoff: “Non ho sbagliato, Sagan era più forte. Sulle Alpi regole cambiate in corso d’opera”
Alexander Kristoff ha sfiorato sul traguardo di Valence quel successo al Tour de France che gli manca da tre anni. Su un arrivo che ben conosceva e sul quale si piazzò terzo tre anni fa, il velocista della UAE Emirates Team è stato beffato soltanto negli ultimi metri da Peter Sagan (Bora Hansgrohe) dopo che era riuscito a saltare agevolmente Arnaud Démare (Groupama-FDJ). Il campione europeo in carica ottiene così il suo miglior risultato in questa edizione della Grande Boucle, ma rimanda ancora un appuntamento che sembra stregato e che pareva maggiormente alla sua portata dopo le numerose defezioni tra gli sprinter registrate ieri nella frazione con arrivo all’Alpe d’Huez.
“Mi sono posto sulla ruota di John Degenkolb (Trek-Segafredo) quando mancavano circa due chilometri all’arrivo, poi ho deciso di prendere quella di Démare e ho imboccato il rettilineo finale in una posizione decisamente favorevole. Probabilmente avrei potuto ottenere un risultato ancora migliore, ma non sento di aver sbagliato qualcosa. Ho atteso fino all’ultimo per lanciare la volata e penso di averla fatta buona, ma sfortunatamente Sagan è stato più veloce di me”.
Il norvegese ha rispettato i pronostici che lo vedevano tra i papabili favoriti per il successo di tappa dopo i ritiri dei giorni scorsi: “C’erano meno velocisti del solito, ma non c’è stata una grande differenza perché in tanti ci hanno provati. Sicuramente era un’opportunità migliore per me perché tanti di quelli che si erano piazzati davanti a me nelle prime frazioni non ci sono più”.
Per Kristoff può essere allora un incentivo a superare anche i Pirenei e proiettarsi verso la volata di Parigi: “Credo che le Alpi fossero più difficili, ma non si sa mai. La tappa di ieri era tra le peggiori che si potessero affrontare, per questo in tanti hanno abbandonato la corsa. Il tempo massimo era molto risicato, hanno cambiato i tempi fra le tappe e quando abbiamo iniziato la gara non conoscevamo bene le regole”. Un’ammissione confermata subito dopo: “Stavamo lottando per arrivare entro mezzora, improvvisamente è salito a 45 minuti ed è strano che si cambino le regole mentre si sta correndo. Al Giro d’Italia c’erano tappe simili e c’era quasi un’ora di margine”.
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