Tim Wellens (UAE Emirates XRG): Dopo tanto lavoro per il suo “super-capitano”, il belga fa bellissimo sfoggio della sua maglia di campione nazionale e confeziona un capolavoro, andando a prendersi quella vittoria di tappa che gli mancava per comporre la tripletta di allori nei Grandi Giri. Una volta in fuga, gestisce alla perfezione le varie situazioni e poi piazza un attacco esiziale per le ambizioni degli altri attaccanti, riuscendo prima a tenere qualche metro di vantaggio e poi a fare una differenza anche molto ampia. Corridore fortissimo, e i 41 successi in carriera sono lì a testimoniarlo.
Julian Alaphilippe (Tudor): “Loulou” non è mai stato un tipo noioso. Stavolta, però, ha esagerato… Scherzi a parte, la sua giornata inizia con una caduta, che per qualche momento lo induce a pensare che il suo Tour sia finito. Invece, riparte, dopo essersi rimesso a posto una spalla, a suo dire lussato, ed entra nel calderone della fuga di giornata. Qualcuno gli va via, lui comunque non si arrende e rientra nella lotta per il podio di giornata, pensando peraltro di stare combattendo per la vittoria. Finisce terzo ed esulta, ma è un errore più che perdonabile, anche se sempre molto bizzarro.
Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers): Negli ultimi quattro giorni di corsa è andato in fuga tre volte e quando non ci è andato il programma prevedeva una cronometro… Lo spagnolo sta provando a raddrizzare una classifica che evidentemente sperava migliore e lo sta facendo mostrando una combattività non da tutti. Nel finale non si risparmia, nel tentativo di guadagnare più tempo possibile sui rivali: ora è nono, ma le posizioni più su adesso sono lontanissime…
Cofidis: La squadra francese prosegue una scena molto vicina all’essere muta. Quella di oggi era una tappa ideale quantomeno per provare a buttarsi in una fuga, alla ricerca quantomeno di un piazzamento significativo. I corridori in giallorosso paiono però spenti e non sembrano trovare una spinta morale neppure dal discorso “salvezza”, che vede la futura licenza WorldTour della loro formazione appesa a un filo che la forma dei punti UCI da raccogliere qua e là. Il Tour de France è l’occasione migliore per farlo, ma finora le occasioni sono state sprecate.
Matej Mohorič (Bahrain Victorious): Rimane molto lontano dai livelli cui aveva abituato. Riesce a prendere il treno della fuga, ma finisce per non tenerne il passo, venendo prima staccato dai corridori più ispirati e non riuscendo poi neppure a reggere il tentativo di rimonta di quelli inizialmente staccati. Chiude con il gruppo Maglia Gialla, quasi incredibile pensando a quanto questa tappa era, sulla carta, adatta a lui.
Quinn Simmons (Lidl-Trek): Diversamente dal collega appena citato, lo statunitense ha una condizione debordante. Il suo problema, però, sembra essere la gestione tattica dei momenti chiave, quelli che decidono l’esito di fughe così qualificate. Gli sfugge Wellens, che probabilmente ne aveva di più, ma non riesce neppure a ottenere un piazzamento che sarebbe stato comunque una ricompensa apprezzabile per tutti gli sforzi profusi.