Tour de France 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2020.

TOP

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates): Secondo sigillo in questo Tour per il classe ’98. Praticamente senza gregari per tutta la salita, resiste al forcing sfrenato della Jumbo-Visma e alla fine piazza la zampata beffando il connazionale Primoz Roglic, al quale si avvicina anche in classifica generale. Dopo aver messo una seria ipoteca sulla maglia bianca dopo la crisi di Bernal, ora il capitano della UAE Team Emirates punta anche la maglia gialla, distante solo 40”. Al suo esordio assoluto al Tour de France, ormai si è già fatto conoscere dal mondo intero con due successi, il prossimo passo è entrare nella leggenda.

Richie Porte (Trek-Segafredo): Sta dimostrando sempre più di meritare quel podio dei Campi Elisi che sogna da un’intera carriera. Approfittando del fatto di aver fatto la stessa salita al Tour de l’Ain, l’australiano non scatta ai -2 km come in quell’occasione, ma corre di rimessa e prova a piazzare lo scatto a 500 metri dall’arrivo. I due sloveni sono più forti, ma lui è più forte di tutti gli altri e riesce a guadagnare posizioni e secondi preziosi in classifica. Il podio tanto ambito dista meno di un minuto, con questa gamba sognare è lecito.

Enric Mas (Movistar): Grande giornata oggi per quello che ormai è il capitano della Movistar. Potendo contare anche sull’apporto di un tenace Valverde praticamente fino al traguardo, l’ex Deceuninck è sempre rimasto con i migliori, senza nemmeno mostrare segni di sofferenza per il ritmo imposto dalla Jumbo-Visma. All’arrivo è quinto, staccato solo dagli uomini che si giocano la tappa e in classifica generale è quinto, con tantissime possibilità di essere ancora  in top 10 a Parigi (3’30” il suo vantaggio attuale su Guillaume Martin, undicesimo in classifica). Uno che è già salito di un podio di un GT forse sogna più in grande, ma questo è già un bel segnale di riscatto dopo essere finito a fare il gregario ad Alaphilippe soltanto un anno fa.

FLOP

 

Nairo Quintana (Arkéa-Samsic): Una grande débacle per lo scalatore colombiano. Sicuramente gli va concessa l’attenuante di una condizione fisica precaria, ma 3’50” in una tappa in cui tutti i big (ad eccezione di Bernal) sono arrivati con una differenza di meno di 20” è un’enormità per un corridore del suo calibro. Gli va riconosciuto il merito di non aver mollato, anche grazie all’aiuto di Warren Barguil, ma servirà un miracolo nella terza settimana  per non considerare fallimentare la sua spedizione transalpina.

Ineos Grenadiers: Qualcuno pensava bluffassero e invece si sono incartati. Dopo il ritiro di Bernal dal Delfinato, l’ipotesi più accreditata era quella di una scelta conservatrice per fargli preservare energie, ma la realtà ha presentato un conto ben più salato. Dopo quindici giorni di Tour, il colombiano ha ancora problemi evidenti ed è ormai fuori di classifica, ma la lista delle scelte sbagliate dalla compagine di Brailsford è decisamente più ampia. Ad esempio Geraint Thomas, al quale era stato chiesto di fare il gregario a Bernal, sta volando alla Tirreno-Adriatico, mentre l’uomo chiamato al suo posto, Richard Carapaz oggi ha preso 27’ minuti da Pogacar, uscendo a sua volta di classifica. Per la squadra di Dave Brailsford ora praticamente comincia un altro Tour, in cui dovranno provare ad inventarsi qualcosa (ma cosa? Un successo di tappa potrebbe bastare?) per non uscire dalla Grande Boucle a mani vuote per la seconda volta dal 2012 (la prima fu nel 2014 quando vinse Vincenzo Nibali).

Bob Jungels (Deceuninck-QuickStep): Una giornata maledetta per il corridore lussemburghese. Se nell’incidente con l’ambulanza lui è chiaramente la vittima (e fa bene a riportarlo all’attenzione dei media dopo la tappa), nello scontro con Sergio Higuita ha un’ampia percentuale di colpe. La sua è una mossa azzardata, compiuta peraltro voltandosi all’indietro, e costa il ritiro dal Tour de France al collega colombiano. La giuria non si è ancora espressa, ma le immagini parlano già chiaro: la sua è una manovra azzardata, con l’aggravante dell’alta velocità visto che si stava cercando di entrare in fuga, e non dovrà più ripetersi.

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