Pagelle Omloop Het Nieuwsblad 2023: Van Baarle fa il Van Aert, De Lie talento cristallino – Ballerini salva una Soudal-QuickStep deludente

Dylan Van Baarle (Jumbo-Visma), 10 e lode: Alla sua prima gara stagionale e alla sua prima corsa con la nuova squadra, il neerlandese riesce subito ad andare a segno, inserendo nel proprio palmares un’altra classica del pavé dopo Dwars door Vlaanderen e Parigi-Roubaix. Il 30enne fa tutto perfettamente, attaccando al momento giusto, facendo il vuoto sul Muro di Grammont e resistendo poi al rientro degli inseguitori nonostante il vento contrario nel finale. Non fa quindi assolutamente rimpiangere l’assenza di Van Aert, con il quale formerà una coppia (anzi, con Laporte e gli altri Jumbo-Visma, una corazzata) temibilissima per le prossime classiche.

Arnaud De Lie (Lotto Dstny), 10: Cade, ha un problema meccanico, insegue, rientra, attacca, sprinta: Risultato? Un secondo posto, ma è come se avesse vinto. Perché, a neppure 21 anni, dimostra di avere testa e, soprattutto, di possedere un gran motore. Insomma, ha tutto per entrare nel ristretto club (sempre meno ristretto a dir la verità) di quei giovani talenti che stanno caratterizzando il ciclismo in queste ultime stagioni. Oggi non ha vinto, ma per vederlo sul gradino più alto del podio di questa e altre corse è solo questione di (forse poco) tempo.

Christophe Laporte (Jumbo-Visma), 8: Il voto per il transalpino vale anche per tutto il resto del team, capace di controllare la situazione e di andare a segno anche quest’anno nonostante l’assenza di Van Aert. In ogni caso, il contributo del classe 1992 si rivela prezioso soprattutto perché riesce a inserirsi nel drappello all’inseguimento del compagno di squadra Van Baarle, spezzando anche qualche cambio e chiudendo poi al terzo posto.

Mathis Le Berre (Team Arkéa-Samsic), 8: Si fa quasi tutta la corsa in fuga ed è l’ultimo a perdere le ruote dello scatenato Van Baarle. Chiude poi nel gruppetto degli inseguitori, ma a 21 anni e alla prima stagione tra i professionisti è una prestazione di valore.

Alexander Kristoff (Uno-X Pro Cycling Team), 7,5: Non si vede praticamente mai, ma ancora una volta il norvegese c’è e ottiene un piazzamento di rilievo, suo miglior risultato in questa corsa.

Tim Wellens (UAE Team Emirates), 7: Sbaglia i tempi, ma conferma che le gambe ci sono facendosi promotore dell’unica azione che riesce a mettere in pericolo la vittoria di Van Baarle.

Jonathan Milan (Bahrain Victorious), 7: Si conferma uno degli azzurri più interessanti con una prova coraggiosa e generosa (forse anche troppo) che dimostra le sue grandi qualità.

Davide Ballerini (Soudal-QuickStep), 7: In una Soudal-QuickStep allo sbando, fa il suo e ottiene un buon piazzamento, unico della sua squadra a chiudere tra i primi 50.

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 6,5: Seppur a fatica, segue Wellens nell’azione che rischia di riaprire la corsa. Il piazzamento nei primi non arriva solo perché il gruppo rimonta nel finale.

Florian Vermeersch (Lotto Dstny), 6,5: Dopo una stagione difficile, prova a farsi rivedere dando segnali incoraggianti e muovendosi anche al momento giusto, perdendo poi contatto da un Van Baarle in grande spolvero.

Stefan Kung (Groupama-FDJ), 6,5: Ci si aspettava qualcosa in più, ma almeno ha il merito di provarci e non arrendersi.

Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious), 6,5: Prima lavora, mostrando la consueta generosità, e poi concretizza con uno sprint finale che gli vale l’ottava piazza.

Ramsus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team), 6,5: Spesso si muove in contro tempo, ma almeno si muove. Nel finale, poi, lavora per ricucire sugli inseguitori e regalare un piazzamento al compagno di squadra Kristoff.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 6: Dopo una positiva Volta ao Algarve, ci si aspettava sicuramente una corsa più dinamica da parte sua. Si salva comunque con un buono sprint che gli regala un posto tra i primi cinque.

Nils Politt (Bora-hansgrohe), 6: Non sono queste le classiche più adatte al corridore tedesco, ma il piazzamento (7°) potrebbe essere un buon segno per lui per le gare a venire.

Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), 6: Fa poco, ma nella pochezza del gruppo è uno dei pochi a fare qualcosa, tentando un’accelerazione quando Van Baarle è però già lontano.

Sep Vanmarcke (Israel-Premier Tech), 6: Non lo si vede praticamente mai, ma alla fine porta a casa un buon decimo posto. Che sia un primo step per vederlo tornare a livelli importanti?

Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), 5,5: Uno scatto fuori tempo, ben lontano dal traguardo, e poi sparisce, chiudendo piuttosto lontano dai migliori. Troppo poco per uno con la sua esperienza.

Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), 5,5: Aveva una buona occasione per provare a dire la sua nelle classiche e sfruttare l’assenza di Mathieu Van Der Poel, ma non se la cava benissimo.

Peter Sagan (TotalEnergies), 5: La sua ultima campagna delle classiche non parte di certo nel modo migliore, ma dopo diverse settimane di ritiro ci può stare un po’ di mancanza di brillantezza.

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