Giro d’Italia, Mauro Vegni conferma: “Abbiamo chiesto all’UCI di ritardare la corsa dal 2023”

Il Giro d’Italia 2023 potrebbe corrersi una settimana più tardi. Dall’anno prossimo la circostanza potrebbe diventare una norma perché RCS Sport ha chiesto all’UCI di modificare le proprie date in calendario, spostando la Corsa Rosa di una settimana rispetto alla sua collocazione attuale. Due le ragioni che hanno portato a questa decisione: la possibilità di sfruttare la Festa della Repubblica (2 giugno) e le differenze climatiche che potrebbero evitare rischi di cancellazioni o cambi di percorso delle tappe di montagna. A confermare l’intenzione che era già emersa nei mesi scorsi è il direttore della corsa Mauro Vegni, che dunque vorrebbe proporre di tornare alla collocazione precedente, visto che fino a venti anni fa la Corsa Rosa si concludeva regolarmente nella prima settimana di giugno.

“Abbiamo avvicinato l’UCI per chiedere di spostare il Giro di una settimana – spiega a Cyclingnews – Stiamo ragionando a questa cosa da qualche anno perché crediamo che sia giusto che il Giro, come il Tour de France, possa godere di una festa nazionale durante la corsa. Per loro c’è il 14 luglio, per noi ci sarebbe il 2 giugno. Siamo convinti che questo possa dare ulteriore visibilità al Giro, portando ancora più folla sulle strade. Inoltre, c’è la questione meteo. È sempre difficile da prevedere, ma arrivare su Alpi e Dolomiti un po’ dopo potrebbe forse permettere di evitare cattivo tempo e neve, consentendo di correre a temperature più elevate. Abbiamo sempre un piano B per le grandi tappe di montagne, ma questo ci darebbe più tranquillità”.

Negli anni recenti è infatti spesso successo che le condizioni meteo abbiano condizionato la corsa: ad esempio nel 2013 fu cancellata la tappa di Val Martello a causa della neve, nel 2014 su quelle stesse strade Nairo Quintana prese la Maglia Rosa in una condizione particolare, nel 2019 il Gavia fu tolto dal percorso e lo scorso anno Pordoi e Fedaia furono tolti dalla 16ª tappa, senza dimenticare l’impossibilità a volte, come successo lo scorso anno sul Passo Giau, di trasmettere le immagini degli eventi a causa delle condizioni avverse. “A decidere sarà l’UCI, ma pensiamo che il nostro ragionamento sia logico e speriamo ci aiutino a migliorare il Giro“, conclude Mauro Vegni fiducioso.

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