I Volti Nuovi del Gruppo, Bagioli: “Mi piace andare all’attacco, ma prima di tutto lavoro per la squadra”

Nicolas Bagioli pronto alla grande avventura. Passato professionista con la maglia della Nippo – Fantini, il giovane corridore lombardo ha già assaggiato il mondo dei grandi la scorsa estate, partecipando al Tour of Utah proprio con la maglia #blueorange. Dunque sa “come saranno le corse quest’anno”, ha capito bene “che il ritmo cambia completamente rispetto ai dilettanti”, dove invece si va avanti con “continui scatti e controscatti”. Il mondo del professionismo è “completamente diverso”, ma sicuramente l’aver già potuto affrontare una prima corsa a tappe potrà essere per lui un buon viatico. “Corridore che dà il meglio sugli strappi“, con uno spunto veloce interessante e al quale “piace andare all’attacco”, troverà sicuramente modo di farsi notare in una squadra come quella diretta da Stefano Giuliani, diesse sanguigno e grintoso. Dal canto suo ovviamente prima di tutto il pensiero sarà “al lavoro per la squadra”, con l’obiettivo prima di tutto di mettersi in mostra al servizio dei compagni più esperti.
Un primo approccio sognando intanto il Giro d’Italia, con in cuor suo la speranza di emulare Joaquim Rodriguez: “Non è un vero e proprio idolo però il sogno sarebbe quello di fare quello che ha fatto lui in carriera”. E chissà che durante i primi ritiri con la squadra non abbia pensato anche lui al gesto che ha dato il soprannome allo spagnolo…

Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
Ho iniziato in mountain bike quando avevo nove anni. Poi, da Juniores, sono passato su strada e da lì ho continuato quel percorso.

Per chi non ti conosce, che tipo di corridore sei?
Sono un corridore che riesce a dare il meglio sugli strappi. Sono dotato di un buono spunto veloce e mi piace andare anche all’attacco.

Delle quattro vittorie ottenute nel 2016 c’è una alla quale sei particolarmente legato?
Forse, fra tutte, la Piccola Sanremo, visto che l’anno prima mi avevano ripreso a 50 metri dal traguardo. Proprio per questo motivo, nel 2016, volevo rifarmi e lo avevo anche dichiarato, quindi la vittoria assume un valore speciale.

C’è una corsa invece in cui hai qualche rimpianto?
Il secondo posto al Giro del Belvedere, visto che quando è scattato un corridore a 500 metri dal traguardo ho provato a seguirlo sprecando energie. Forse, aspettando, sarei riuscito a vincere ed invece mi sono dovuto accontentare del secondo posto finale.

Hai corso già come stagista con la NIPPO – Vini Fantini nella seconda parte del 2016, partecipando anche ad un corsa a tappe importante come il Tour of Utah: credi che possa aiutarti ciò nel passaggio fra i professionisti?
Sicuramente aver corso con la squadra mi ha già fatto capire come saranno le corse quest’anno. Il ritmo cambia completamente rispetto ai dilettanti ed inoltre ho capito cosa vuol dire fare una gara a tappe. Fra gli Under23 non avevo mai fatto una corsa così lunga. Anche il modo di gestire la corsa è completamente diverso, si va forte nei primi chilometri, fino a quando non parte la fuga. Poi c’è un ritmo più costante fino al finale, quando l’andatura aumenta e si va veramente forte. Nei dilettanti, invece, c’è un modo di correre diverso, con continui scatti e controscatti.

C’è una corsa in cui vuoi far bene quest’anno?
Voglio impegnarmi al massimo quest’anno in tutte le corse in cui sarò al via. Vediamo cosa riesco a combinare, pensando comunque sempre anche al lavoro per la squadra. Ovviamente, mi piacerebbe portare a casa una vittoria, ma sarei felice anche semplicemente mettendomi in mostra .

La corsa dei tuoi sogni invece?
Il sogno in assoluto è forse il Giro d’Italia perché lo guardo in televisione fin da quando ero piccolo.

C’è un corridore nel quale ti rivedi?
Come caratteristiche un po’ in Joaquim Rodriguez. Non è un vero e proprio idolo, però il sogno sarebbe quello di fare quello che ha fatto lui in carriera.

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