#SpazioTalk, Attilio Viviani: “Per ora non ho un contratto, ma sono già pronto a fare il leader negli sprint”

Attilio Viviani non ha ancora trovato una sistemazione per questa stagione. Il corridore veneto non ha ricevuto un’offerta di rinnovo contrattuale dalla Cofidis, formazione che lo ha lanciato nel professionismo nel 2020 e con cui ha corso le ultime due stagioni. Non è bastato, evidentemente, il successo ottenuto nella prima tappa della Tropicale Amissa Bongo 2020, appunto la corsa di debutto assoluto tra i professionisti. Nel 2021 il velocista si è soprattutto messo a disposizione del fratello Elia, poi approdato alla Ineos-Grenadiers, e di Christophe Laporte, con poche possibilità di mettersi in mostra a livello personale. Attilio Viviani ha concesso alla redazione di SpazioCiclismo un’intervista, di cui un estratto è già stato pubblicato all’interno del podcast SpazioTalk.

Com’è la situazione contrattuale?
Per ora non ho novità. Ho parlato con alcune squadre, ma non ho risposte concrete. Sto parlando, ma non ho niente in mano ad ora.

Eppure nei tuoi due anni da professionista hai già anche ottenuto una vittoria. A 25 anni hai sicuramente ancora tanti anni di carriera davanti e margini di miglioramento. Cosa pensi possa mancare per convincere un team a offrirti un contratto?
Quest’anno ho più aiutato che fatto risultato. Questo secondo me è stato l’ago della bilancia sull’impossibilità di avere un contratto. Non aver ottenuto risultati personali ha influito.

Sicuramente avrà anche influito la chiusura di diverse squadre.
Esatto. Ho visto che tante WorldTour si fermano a 28 corridori, quando potrebbero arrivare a 31. Ci sono anche problemi di budget, evidentemente. Se uno può fare 31 e fa 28 vuol dire che non può permetterselo.

Eventualmente ti sentiresti pronto per fare il velocista di punta di una squadra in alcune corse?
Sì, di certo. Come ho fatto all’inizio della mia esperienza in Cofidis, sono pronto a fare da leader nelle volate. Quest’anno ne ho fatte un po’ meno rispetto al primo. Nelle volate più ne fai, più stai meglio e più hai possibilità di fare bene. Questo ha un po’ pesato su di me nel 2021. Se non fai tante volate, quando le fai magari non va tutto benissimo e perdi credibilità all’interno della squadra. Quando hai già dei risultati invece rischi di più e non sbagli. Sono tutte cose che arrivano di conseguenza. Ma sarei pronto a mettermi di nuovo in gioco come capitano per gli sprint.

Quindi ti è mancata anche un po’ la fiducia della squadra, quest’anno?
Sì. Sono contentissimo del calendario che ho fatto, perché nel primo anno con il Covid mi domandavo se potessi fare il corridore, avevo partecipato solo a corse di seconda fascia. Ora invece so di essere pronto per il calendario World Tour e per far parte di quella grande macchina che è il ciclismo.

Però il calendario con corse come Tirreno e Giro ha penalizzato la possibilità di metterti in mostra.
Il calendario mi è piaciuto molto, ma giustamente hanno lasciato più spazio a Elia o ad altri corridori, come Laporte. Sono contentissimo dell’annata che ho fatto, ho avuto conferme positive. Dall’altra parte però mi accorgo che mancano i risultati, quindi ad oggi manca un contratto per questo.

Accetteresti anche di ripartire da una Continental?
Mah, diciamo che ad oggi mi sento di dire che arrivo da due begli anni, in cui mi sono confrontato con corridori di alto livello. È un mondo che mi è piaciuto sin da subito e in cui mi piace correre e, ripeto, confrontarmi. Il sogno resta continuare su questa linea di competizioni. Con questo non intendo sottovalutare il mondo delle Continental, che parla sempre di ciclismo e di squadre che lanciano i giovani che poi, chissà, magari un giorno vanno a vincere le corse più belle del mondo.

Non hai mai parlato con la Ineos, dove è andato tuo fratello?
No, loro hanno già 31 corridori. Non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi. Andrei là di corsa, anche solo per dare una mano a quella squadra, che ha tanti capitani forti. Però ne hanno già 31, quindi non è mai stata considerata l’idea.

Con le squadre italiane hai parlato?
Ho saputo a dicembre la risposta definitiva della Cofidis, quindi mi sono organizzato nelle ultime settimane per trovare un nuovo contratto. Ora non escludo a priori nessuna possibilità.

E qui si ritorna al discorso Qhubeka…
Certo, con il fatto che nel roster non avevano né giovani né velocisti forse ci sarebbe stato l’interesse di entrambi. Peccato che abbia chiuso, sarebbe potuta essere sicuramente una bella opzione. Sempre se fossi interessato a loro. Sicuramente mi sarei proposto, se avesse continuato.

In generale, con la chiusura della Vini Zabù i giovani italiani hanno meno possibilità di trovare un contratto.
Anche quello è stato un problema. Alla fine penso che molto dipenda dall’annata. Quest’anno hanno chiuso la Vini Zabù, la Qhubeka, la Delko. Tanti corridori sono rimasti a piedi. Ma cercherò di risolvere nel migliore dei modi e trovare la soluzione migliore per la mia carriera.

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