Sangemini – MG. K Vis, Bongiorno: “La volontà è quella di continuare a correre perché amo questo sport”

Nella giornata di ieri Francesco Manuel Bongiorno ha voluto pubblicare tutti i suoi valori del passaporto biologico. Il corridore toscano non ha avuto la possibilità di conservare il suo passaporto biologico dallo scorso mese di giugno, gareggiando in una squadra Continental, ma ha comunque voluto svelare tutti i dati che sono stati raccolti dal primo controllo nel 2012 all’ultimo quest’anno. Lo stesso portacolori Sangemini – Mg K Vis in esclusiva ai microfoni di SpazioCiclismo ci ha spiegato nel dettaglio il funzionamento del passaporto biologico e la sua funzione: “Il passaporto biologico è un insieme di analisi ematiche ed urine fatte a sorpresa. È la Wada che ci controlla e decide quando fare questi controlli e come farli. Dai dati che raccoglie poi vengono fatti degli studi per vedere l’andamento ematico di un corridore, quindi tutti i valori dall’emoglobina all’ematocrito”.

Dati che poi permettono all’UCI di capire se ci sono eventuali anomalie: “Da quei valori l’UCI poi dice se uno sta bene o c’è qualcosa che non va. È una salvaguardia dell’UCI che permette di monitorare il fisico di un corridore. Nel mio Adams, che ho ancora, si può vedere tutto l’andamento dei miei valori in questi anni. Il primo controllo l’ho fatto nel 2012 quando ho corso con la nazionale ai Mondiali di Valkenburg e da quell’anno ho sempre fatto controlli con i valori che sono stati sempre stabili in base al periodo della stagione”.

Lo stesso corridore nato a Reggio Calabria poi ci ha spiegato i motivi per cui ha voluto pubblicare tutti i valori, analizzando anche il suo rendimento fin dai primi anni di professionismo ad oggi: “In questi giorni ho preso allora preso la decisione di pubblicare tutti i valori per dimostrare che in un ciclismo tecnologico come quello attuale non contano solo i watt. Nonostante il mio fisico sia integro, mantenendo dei valori costanti nei vari periodi delle varie stagioni, in questi anni non sono riuscito ad esprimermi come volevo. Nei primi anni al Giro d’Italia o in altre corse riuscivo a far molto bene, ma in altre magari con gli stessi valori non ero competitivo“.”Possono subentrare dei fattori esterni – aggiunge Bongiorno – Siamo degli esseri umani e non delle macchine. Ho voluto pubblicare i miei valori per trasparenza. Sono molto orgoglioso di ciò, tutti possono vedere i miei valori”.

Un episodio purtroppo chiave nella carriera dell’ex Bardiani – CSF è la tappa dello Zoncolan con il tifoso che non gli permise di lottare fino alla fine per una vittoria di tappa che poteva cambiare una carriera. Un episodio che il corridore toscano ha accusato poi negli anni successivi: “L’episodio dello Zoncolan mi ha segnato tantissimo. Me lo sono portato dietro per tantissimo nonostante sul momento avessi detto che ormai era accaduto ed era andata così. In realtà poi quella tappa mi ha condizionato tantissimo. Il momento più buio invece credo sia al Giro 2016 in cui sono caduto tantissime volte. Non ero concentrato completamente sul ciclismo in quella fase della mia vita per dei problemi personali“.

Ora però da diversi mesi per Bongiorno è come se fosse iniziata una nuova carriera. Il vincitore del Giro d’Albania di quest’anno sta vivendo il ciclismo con una filosofia diversa, iniziando un percorso che spera possa riportarlo  sui suoi livelli: “Sto cercando di prendere le cose in maniera positiva e non arrendermi. Prima mi arrabbiavo molto con me stesso e questo mi condizionava poi nelle corse successive e continuavo a sbagliare. Ora invece sto lavorando per approcciare le cose con più tranquillità. Ho al mio fianco un mental coach che mi sta aiutando da un anno a questa parte, ma c’è bisogno di tempo”.

Esempio di questa volontà di cambiare approccio che si vede anche nella volontà di concludere la stagione nonostante un dito della mano rotto: “Quando mi sono rotto la mano 20 giorni fa inizialmente pensavo che fosse finita la stagione. Poi però non mi sono voluto arrendere, ho fatto delle modifiche alla bicicletta per frenare e mi sono detto di voler continuare. La volontà è stata quella di affrontare il problema ed andare avanti. In passato forse non avrei reagito così. Ovviamente ci vuole del tempo è come uno che vuole migliorarsi in salita, ci vuole tempo e tanto allenamento”.

Chiara ovviamente la volontà di Bongiorno di continuare a correre anche il prossimo anno, nonostante al momento non ci siano certezze: “La mia volontà è quella di continuare a correre, anche all’estero eventualmente, perché amo questo sport e questo mondo. Le persone che mi stanno vicino lo sanno e per questo devo ringraziare soprattutto il mio allenatore Paolo Alberati e la mia ragazza che mi hanno e mi stanno aiutando molto. Se poi non ci saranno i presupposti dirò comunque grazie alla bicicletta perché è veramente una scuola di vita. Dopo una caduta l’obiettivo primario è quello di ripartire e di continuare. È una cosa normale per noi”.

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