Italia, per Vincenzo Nibali il futuro passa da giovani e sicurezza: “I vivai sono quelli che più stanno soffrendo, servono infrastrutture adeguate”

Vincenzo Nibali parla del suo impegno nel promuovere il ciclismo in Italia, con particolare attenzione al settore giovanile, alla sicurezza stradale e alle infrastrutture per i giovani. L’uomo più rappresentativo del movimento azzurro del nuovo millennio racconta di essersi dedicato a progetti per rilanciare il ciclismo, come il Giro della Magna Grecia e la Coppa Italia delle Regioni, che considera un’opportunità per lo sport. La sua attenzione si concentra soprattutto sui vivai, che stanno soffrendo per la diminuzione delle gare giovanili e dei volontari. Creare squadre giovanili è una sfida, sia per le risorse necessarie (biciclette di varie misure che devono essere sostituite con la crescita dei ragazzi) sia per la mancanza di una cultura adeguata sulla strada.

“All’inizio non sapevo bene su cosa mi sarei concentrato, ma avevo voglia di darmi da fare – le parole di Nibali – Ora mi sto dedicando a diversi progetti di promozione del ciclismo. Guardo con interesse anche anche al nascente Giro della Magna Grecia e la Coppa Italia delle Regioni. Quest’ultima, oltre a un importante montepremi, è ben strutturata dal punto di vista organizzativo ed è una grande opportunità per il nostro sport”.

Lo Squalo si sta dunque concentrando in particolare sul settore giovanile: “I vivai sono quelli che più stanno soffrendo. Le gare giovanili stanno diminuendo, così come i volontari che aiutano a organizzarle e solitamente lavorano nelle associazioni. È fondamentale supportare chi si impegna a far crescere il ciclismo dalle basi”. Un altro ostacolo è la difficoltà di creare squadre giovanili: “Non è facile, perché servono molte risorse. Le biciclette devono essere di varie misure, poi i ragazzi crescono e bisogna cambiarle spesso. Ma oltre ai mezzi, serve anche una cultura diversa per chi sta sulla strada“.

Secondo il 40enne, fondamentale per il rilancio del ciclismo in Italia è anche la questione sicurezza quando si pedala in strada in allenamento: “Ci vorrebbe una linea orizzontale a lato strada, ben definita, che stabilisca dove devono stare i ciclisti, con spazi adeguati, in modo che gli automobilisti possano prendere le misure. Noi dobbiamo rispettarla, ma potremmo anche stare in doppia fila in sicurezza. Certo, ci sono ciclisti che con comportamenti sbagliati alimentano l’odio verso la categoria, ma è fondamentale dare il buon esempio”.

Per migliorare la sicurezza e avvicinare i giovani al ciclismo, Nibali propone anche la realizzazione di piste pump track, spazi adatti a biciclette, skateboard e altre discipline: “Quando ero bambino, passavamo i pomeriggi all’oratorio a giocare, ma oggi questi spazi sono sempre meno frequentati. Creare infrastrutture adeguate potrebbe essere un’ottima soluzione per dare ai ragazzi un luogo sicuro dove divertirsi e avvicinarsi allo sport“, ha concluso il siciliano.

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