Cofidis, Elia Viviani: “Essere in una squadra che punta tanto su di me mi rende consapevole del corridore importante che sono”

Elia Viviani comincia a guardare al prossimo anno. Il corridore della Deceuninck – QuickStep lascerà il team belga questo inverno per approdare alla Cofidis, una squadra che lo ha fortemente voluto per compiere un balzo in avanti dopo le delusioni di Nacer Bouhanni, costruendo intorno a lui buona parte del suo nuovo corso, con il ritorno nel WorldTour ormai praticamente assodato. Reduce dal quarto posto nella CronoStaffetta Mista, in cui si è ben comportato guidando il terzetto maschile, il campione europeo ha sostanzialmente chiuso la sua stagione ai Mondiali di Yorkshire 2019 e inevitabilmente lo sguardo ora è al futuro, proponendo comunque per la Gazzetta dello Sport un bilancio della sua ottima esperienza con la formazione belga.

Sarò un corridore Cofidis perché mi hanno proposto un gran bel progetto – racconta con semplicità – All’inizio c’era l’idea di restare qui, poi qualcosa non è andato. Il mercato non ha regole, Lefevre ha fatto scelte diverse e io mi sono adattato a vedere cosa era meglio per me. Questo progetto, discutendo con manager e tutti, è il migliore al momento. Quindi ora partiamo per una nuova avventura. È una squadra diversa, in cui non ci sono tanti campioni, ma io sarò la chioccia e questo mi rende orgoglioso. Essere in una squadra che punta tanto su di me mi rende consapevole del corridore importante che che sono“.

Non sarà comunque un salto nel vuoto per il veronese, che ovviamente ha chiesto e ottenuto delle garanzie tecniche importanti, a partire dai corridori al suo fianco. “Ci sarà Fabio Sabatini, poi un grande acquisto come Simone Consonni e la conferma di Christophe Laporte, che è già qui. Inoltre avremo anche mio fratello Attilio. È un progetto partito da lontano che si è creato intorno a me e mi stuzzica. Sarà bello vedere dove possiamo arrivare insieme”.

Intanto, il campione olimpico dell’Omnium sa cosa ha conquistato e ottenuto dal 2018 ad oggi, due anni di altissimo livello che lo hanno portato nel gotha del ciclismo mondiale anche fuori dai velodromi, a quel livello a cui aspirava da tempo. “Le ultime due stagioni sono state di altissimo livello anche su strada – ammette – A partire dal giro dell’anno scorso. Era un grande obiettivo preparato nei minimi dettagli, con tutta la squadra al mio fianco e mi ha fatto entrare in una dimensione diversa. Da lì è stata una stagione perfetta. Alla fine ho ottenuto 18 vittorie, cosa che non avrei mai pensato e mi ha portato ad essere uno dei migliori”

Per questo il 2019 era un anno molto complicato, perché c’era la necessità di ribadire il suo talento e le su capacità, che non si trattava della stagione fortunata. “Confermarsi è sempre più difficile – sottolinea – Ma anche quest’anno ero convinto di poter fare bene perché il gruppo non era cambiato e la squadra sempre quella. Ero convinto di poter raggiungere grandi obiettivi”. Il risultato è stato raggiunto, ma non sono mancati momenti difficili: “Il Giro è stato mentalmente il più difficile da passare“. Ma grazie ad una “bella reazione” ha potuto andare avanti fino alla conquista del Campionato europeo, quella che considera “la ciliegina sulla torta di questa stagione”.

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