Arkéa-Samsic, Barguil in cerca di riscatto: “Gli schiaffi del 2018 mi hanno fatto crescere”

Warren Barguil chiede risposte alla nuova stagione dopo un 2018 decisamente sottotono. Capitano della Arkéa-Samsic per le corse a tappe, il 27enne francese ha pagato sulla propria pelle la decisione di salutare il WorldTour dopo aver vinto due tappe e la Maglia a Pois del Tour de France 2017 con la divisa del Team Sunweb. Approdato per scelta propria in una Professional, lo scalatore di Hennebont non è mai riuscito ad esprimersi su livelli consoni alle sue qualità, bucando l’appuntamento del Tour de France nel quale non si è dimostrato in grado né di lottare per le vittorie di tappe né di confermarsi re degli scalatori. Nel giorno della presentazione alla stampa del roster per il 2019, la sua disamina è partita proprio da ciò che non ha funzionato.

“Voglio ritrovarmi. Nel 2018 ho preso schiaffi in faccia che mi hanno aiutato a crescere. Ho sempre dovuto difendermi e non sono mai riuscito ad attaccare, come è nella mia natura. È stato molto frustrante. Ne abbiamo parlato e ci abbiamo ragionato per impostare la preparazione invernale. Non è un qualcosa che ad oggi riesco a spiegarmi, perché venivo da un 2017 da sogno con le vittorie al Tour de France e il matrimonio. Non posso che dire che la scorsa è stata una stagione complicata, che mi ha messo duramente alla prova. Ma mi sento pronto per ripartire”.

Il via è previsto al Challenge Maiorca a fine mese: “Mi servirà per vedere a che punto sono. L’inverno è andato bene, ho ripreso due settimane prima rispetto al solito e questo mi ha permesso di fermarsi per poter poi reimpostare un nuovo blocco di lavoro a inizio mese. Sono riuscito ad allenarmi bene, senza problemi fisici. Devo dire che mi sento bene, ma per verificarlo devo aspettare i primi appuntamenti”. L’obiettivo è ovviamente rappresentato dal GT di casa, in programma dal 6 al 28 luglio: “L’arrivo in squadra di André Greipel non cambia nulla a livello personale. Anzi, mi aiuterà ad alleggerire un po’ la pressione su di me. Poterci spartire i ruoli in due può rivelarsi positivo”.

 

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