Giro d’Italia 2024, Lance Armstrong su Tadej Pogacar: “Partecipa per i soldi, come me, ma quando mette un numero vuole vincere”
Lance Armstrong ritiene che la partecipazione di Tadej Pogacar al Giro d’Italia 2024 sia dovuta principalmente ad un aspetto economico. Se il gettone di presenza dello sloveno alla Corsa Rosa non è stato mai ufficializzato, si parla di una cifra molto importante, che può far gola a quello che ormai è nettamente il corridore più pagato del gruppo. Nel corso della puntata del suo podcast “The Move”, il texano si dice dunque convinto che la scelta dello sloveno sia sostanzialmente arrivata per motivi economici, come fu per lui al momento del suo ritorno alle corse nel 2009.
Parlando con i compagni di una vita non sempre irreprensibile George Hincapie e Johan Bruyneel, l’ex vincitore di sette Tour de France ha risposto alla domanda del suo ex direttore sportivo riguardo la decisione di Pogacar in maniera molto chiara, respingendo l’ipotesi che fosse motivata dal desiderio di ampliare il suo palmarès per compiere un altro passo verso la storia. “No, non è questo il motivo – ha commentato laconico – È una domanda stupida. Lui vuole i soldi…”.
Tuttavia, Armstrong ha anche successivamente concesso una versione più morbida ammettendo che “potrebbe essere un po’ tutte e due le cose”. Ribadendo che ci sarebbe “un grosso assegno che lo aspetta”, il campione del mondo 1993 concede che il classe 1998 possa essere infatti al via “anche per la corsa” perché “quando Pogacar mette un numero, vuole solo vincere”.
Forte della sua esperienza, l’ex corridore della US Postal spiega infatti “di esserci andato anche per i soldi”, ma non sembra particolarmente concorde sulla scelta del 25enne di Komenda di farlo in questo momento della sua carriera. Se Hincapie ha suggerito che Pogacar potrebbe aver scelto la Corsa Rosa per puntare a vincere almeno uno GT, forse temendo una possibile sconfitta con Jonas Vingegaard al Tour de France, Armstrong, ha spiegato che personalmente non avrebbe mai scelto di correre sia il Giro che il Tour quando era nel fiore degli anni. “Quando ho gareggiato al Giro, stavo tornando a questo sport, era diverso – aggiunge – Puntavo ai soldi. Ma negli anni tra il 1999 e il 2005 non l’avrei mai fatto. D’altra parte, ora è uno sport diverso”.
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