Doping, nel 2011 la federazione olandese ha nascosto un test positivo all’Epo di un corridore

La Federazione olandese, con nove anni di ritardo, finisce in mezzo a una controversa vicenda di doping. Secondo un articolo pubblicato ieri sera dal sito WielerFlits infatti la KNWU nel 2011 avrebbe deliberatamente deciso di non rendere pubblico il risultato di un test per la positività all’Epo di un noto corridore neerlandese, ritiratosi alla fine di quella stagione. Proprio la scelta del professionista di lasciare il mondo del ciclismo avrebbe permesso l’accordo con la Federazione, la quale avrebbe consentito anche per aiutarlo in un periodo nel quale stava vivendo problemi familiari. La vicenda, rimasta all’oscuro dei giornali per diversi anni, è stata ora portata alla luce, generando una serie di sospetti.

Il sito, che non ha voluto rivelare l’identità dell’atleta, lo ha però contattato per sentire la sua testimonianza: “Il direttore della KNWU Huib Kloosterhuis ha risposto alla mia richiesta di tenere la vicenda del test positivo fuori dal dominio pubblico a causa di circostanze familiari. È stato possibile perché ho smesso immediatamente di andare in bicicletta. Il regolamento lo permette in queste circostanze”. Il controllo risultato positivo era relativo al 4 maggio 2011, quando era stato effettuato fuori competizione.

L’attuale direttore generale della KNWU Thorwald Vanenberg, che all’epoca non ricopriva ancora la carica, ha invece dichiarato: “Questa valutazione è stata fatta dal direttore in quel momento. Me ne ha informato, ma è stata una decisione presa in un momento difficile per il ciclista. Ha avuto consultazioni confidenziali con il direttore, il quale ha deciso di non rendere la storia pubblica, sapendo che si sarebbe ritirato”. Resta da capire, naturalmente, se l’UCI fosse al corrente della situazione nel 2011, come lo era tutto il consiglio direttivo della Federazione neerlandese.

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