UAE Team Emirates XRG, Tadej Pogacar sui Mondiali in Rwanda: “Bisognerà essere preparati fisicamente e magari andarci prima, forse fare anche la cronometro. Difendere la maglia iridata la sfida più grande con il Tour”

La prova in linea dei Mondiali di Kigali 2025 potrebbe non essere l’unica gara iridata alla quale Tadej Pogacar parteciperà. Nel corso di un’intervista rilasciata a Wielerflits, lo sloveno della UAE Team Emirates XRG non ha infatti escluso di volare in Rwanda qualche giorno prima per acclimatarsi meglio e avere più tempo per abituarsi all’altitudine (si correrà attorno ai 1500 metri sul livello del mare, ndr), non scartando quindi la possibilità di prendere parte alla cronometro di domenica 21 settembre, che oltretutto proporrà un percorso piuttosto movimentato e impegnativo e decisamente poco favorevole agli specialisti puri. In ogni caso, per il 26enne la priorità sarà provare a difendere la maglia iridata conquistata nella prova in linea di Zurigo, oltre che cercare nuovamente di vincere il Tour de France.

“Quest’anno in Rwanda il percorso è ancora più difficile che a Zurigo, quindi sicuramente ci sarà bisogno di nuovo di buone gambe da scalatore – le parole di Pogacar – Ci saranno condizioni difficili per il meteo, probabilmente sarà caldo umido, anche l’altitudine avrà un po’ un suo ruolo, quindi bisognerà davvero essere preparati fisicamente e magari andarci prima, forse fare anche la cronometro“.

Penso che il Tour sia sempre la sfida più grande, e poi difendere il titolo mondiale – ha proseguito lo sloveno parlando dei suoi principali obiettivi del 2025 – Penso che questo sia il mio più grande desiderio, perché quando vinci una volta la maglia iridata è qualcosa di incredibile e ora che posso indossarla mi sento davvero orgoglioso. È qualcosa di fantastico e non voglio lasciarla andare”.

Prima di Tour e Mondiale (e in attesa di capire quale sarà il secondo Grande Giro al quale parteciperà), il 26enne punterà però anche alle classiche del Nord: “Mi piacciono, mi piace lo stile delle gare e mi piacciono i tifosi belgi, creano un’atmosfera adeguata in queste corse e non vedo davvero l’ora che arrivino le classiche“. Per la prima volta, inoltre, Pogacar sarà al via della Gand-Wevelgem, corsa forse non proprio adatta alle sue caratteristiche: “È un po’ strano per me, ma mi piacciono le sfide e vedremo come andrà. Forse andrà male, ma sono emozionato anche per quello. Penso che mi completi anche come corridore provare gare diverse e, nel complesso, è positivo per le mie sensazioni in bici partecipare sempre a gare diverse”.

Nel corso dell’intervista si è parlato anche delle radioline, riguardo alle quali l’UCI vorrebbe limitarne l’utilizzo in gara: “Non vieterei nulla dalle ammiraglie, perché in realtà va bene avere le comunicazioni radio con l’ammiraglia, ma direi che il 60% delle volte non funziona, soprattutto nei punti chiave – il parere di Pogacar – Penso che dovremmo migliorare la comunicazione, se non altro perché, come ho detto prima, quando diventa caotico e quando c’è molta gente per strada non si sente la radio, quindi penso che dovremmo cercare di migliorare per non fare un passo indietro. [La radio] ti dice anche quando ci sono punti pericolosi, così almeno sai che forse c’è un cantiere in corso, o che un’ambulanza o la polizia devono superare il gruppo. Quindi dobbiamo pensare anche a queste cose“.

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