Strade Bianche 2022, Quinn Simmons sperava in qualcosa in più: “Mancare un ottimo risultato fa un po’ male”

L'americano ha raccontato ai nostri microfoni la sua amarezza per non essere andato oltre il settimo posto nella classica italiana, ma riconosce la superiorità di Pogačar

Quinn Simmons non è pienamente soddisfatto del settimo posto alle Strade Bianche 2022. Arrivato ieri a Siena come capitano della Trek – Segafredo, il giovane statunitense aveva tanta voglia di rivincita dopo che l’anno scorso aveva forato proprio sul più bello, quando era riuscito a rimanere con il gruppo dei migliori usciti dal settore di Monte Sante Marie. Quest’anno, però, tutti si sono dovuti inchinare alla superiorità di Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) che proprio in quel tratto ha lanciato l’attacco solitario che poi gli ha permesso di conquistare la corsa. Alle sue spalle gli altri hanno provato a condurre un inseguimento, con anche il classe 2001 molto attivo e forse proprio la sua generosità lo ha un po’ stancato in vista del finale.

Raggiunto dai nostri microfoni dopo il traguardo ha sottolineato come non potesse fare di più quando lo sloveno ha lanciato il suo attacco: “Quando si è messo io ero nella posizione giusta, ma uno come lui va forte sulle salite e io sono 75 chili, quindi è molto difficile seguirlo. Credo che abbiate visto tutto il giorno come ha lavorato la squadra: è stato fantastico”.

“Avevamo un piano arrivati qua – ha aggiunto – e loro lo hanno eseguito alla perfezione. Edward Theuns per le prime posizioni, lui è così esperto su queste strade, e dopo con Toms Skujiņš‏ e Dario Cataldo hanno fatto un lavoro fantastico nel gruppo finale. La squadra è stata perfetta e nel finale semplicemente io non avevo le gambe. È frustrante sapere che lavori tutti i giorni dall’anno scorso per tornare qui e mancare un ottimo risultato fa un po’ male, ma non ci sono scuse: sono andato a tutta e torneremo il prossimo anno”.

Rimane quindi l’amarezza per non aver ottenuto il risultato migliore in una gara che sentiva molto: “La squadra mi ha dato abbastanza libertà di preparare questa gara. Ho fatto un ritiro in altura molto lungo a casa e sono molto grato per questo. Adesso andrò alla Tirreno – Adriatico e dopo in Belgio dove avremo corridori come Mads Pedersen e Jasper Stuyven: è un piacere supportarli. Questa era la mia occasione e adesso andrò a tutta per questi ragazzi”.

“Non c’è nulla di diverso che avrei potuto fare se non essere più forte nel finale – ha proseguito l’ex campione del mondo tra gli juniores – Può dispiacere, ma ho solo vent’anni e penso di essere al posto giusto con tutti gli anni che ho per tornare”. Il nativo di Durango ha poi riconosciuto la superiorità di Pogačar: “Ha vinto due Tour de France. È il migliore al mondo. Vorrei averle io quelle gambe“.

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