Pagelle Giro di Svizzera 2024: UAE fenomenale con Yates e Almeida, Riccitello sorprende, Skjelmose altalenante, Bernal e Pidcock ci sono, Gall e Mas da rivedere
Adam Yates (UAE Team Emirates), 10: Dopo le non esaltanti prestazioni nelle sue ultime corse, il britannico ritrova la gamba giusta al momento giusto. Una settimana praticamente perfetta per il classe 1992 che si esalta quando la strada sale, riuscendo a difendersi anche nelle prove contro il tempo. Un successo che arriva ovviamente anche alla superiorità della sua squadra, ma le sue rasoiate sembrano quelle dei giorni migliori e fanno ben sperare per un Tour de France a cui il team emiratino arriva con una corazzata temibile, in cui il terzo classificato della passata edizione è ovviamente uno degli elementi di spicco, ritrovando, grazie a questa corsa, lo status che rischiava di veder sfumare con le recenti prestazioni meno convincenti.
João Almeida (UAE Team Emirates), 10: Settimana perfetta per il portoghese che sublima il suo modo di correre prudente, riuscendo a staccare praticamente tutti asfissiandoli con la sua cadenza. L’arrivare secondo nella generale appare più una questione di scelte tattiche che di gamba, ma d’altro canto a qualcuno dei due doveva pur toccare. Se è difficile capire se ha ancora margini di crescita in vista del Tour de France, con questa gamba sarà in ogni caso un protagonista annunciato in una squadra che fa paura e si prepara a tre settimane in cui tutto può succedere.
Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), 8: È la rivelazione di questa edizione, conquistando un bel piazzamento finale, figlio di ottime prestazioni in salita. Dove peraltro non si limita a seguire, ma è anche tra i pochi che provano in qualche moda a sfidare il dominio UAE, provando a giocarsi le sue carte in modo diverso. Ottima anche la prova nella crono finale, che gli permette di confermarsi tra i migliori e chiudere nei primi cinque.
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 7,5: Alcuni passaggi a vuoto non gli impediscono di chiudere comunque con un bel podio, ribadendo le sue qualità, tanto in salita quanto a cronometro. Ovviamente, quando si arriva da campione uscente le aspettative, interne ed esterne, sono alte e si vorrebbe sempre fare meglio, tuttavia non era neanche semplicissimo per lui arrivare a questa corsa con la giusta gamba visto che i suoi obiettivi sono lontani in stagione.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7,5: Perde il podio all’ultimo giorno, mostrando un po’ di fatica nelle ultime due giornate di gara, ma va sottolineata ancora una volta la competitività ritrovata ad alti livelli. Ancora lontano dall’agilità e dalla facilità che ormai cinque anni fa gli permise di conquistare la Grande Boucle, l’ex enfant prodige ha ancora la mentalità del campione e una motivazione ora più forte che mai visti i progressi. La strada è ancora lunga, ma la direzione sembra davvero quella giusta.
Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), 7,5: Non vince, ma convince con un inizio di corsa da protagonista assoluto. Piazzato nella crono, all’attacco nella seconda tappa, terzo nella terza, andando così anche a prendere la maglia di leader. Ovviamente, poi la perde nella prima tappa di montagna, dove peraltro deve fare i conti con una brutta caduta, che il giorno successivo lo costringe al ritiro. Ma in quei tre giorni ha confermato di aver ritrovato il suo miglior livello.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 7,5: Una prova importante per l’eclettico corridore britannico, che continua la sua preparazione alternata tra strada e MTB presentandosi al via della corsa elvetica con una buona gamba. In salita è sempre tra gli ultimi a staccarsi, riuscendo anche a chiudere la sua prova in crescendo, tanto che nelle ultime due frazioni appare decisamente più pimpante del suo capitano designato.
Oscar Onley (Dsm-Firmenich PostNL), 7,5: Altra prestazione solida e convincente del classe 2002, che si porta a casa una buona top10 in una corsa decisamente impegnativa. Sempre tra gli ultimi a staccarsi in salita, in un paio di circostanze prova anche a giocarsi diversamente le sue carte, anche se il risultato non gli sorride, ma per lui è stata una settimana importante e le risposte che sono arrivate sono positive.
Torstein Træen (Bahrain Victorious), 7: In salita è l’unico che riesce a resistere al tornado UAE e portarsi a casa una vittoria. Ovviamente, lo fa grazie ad una fuga, ma non per questo era semplice… Una bella conferma per un corridore che sta cercando di ritagliarsi un posto in una squadra importante, oltre che il coronamento di una bella storia, dato che al norvegese qualche mese fa era stato diagnosticato un tumore.
Wilco Kelderman (Visma|Lease a Bike), 7: In assenza dei grandi capitani, l’esperto corridore neerlandese si conferma un gran regolarista (quando la sfortuna lo lascia tranquillo) correndo praticamente sin dal primo giorno in testa al gruppo per raccogliere gli ennesimi piazzamenti di una carriera che meriterebbe sicuramente quel qualcosina in più.
Yves Lampaert (Soudal Quick-Step), 7: Una bella vittoria nella tappa di apertura che era probabilmente l’unico obiettivo concreto che il belga poteva effettivamente avere, a livello personale, al via di una corsa che lasciava ben poco spazio.
Thibau Nys (Lidl-Trek), 7: Fallisce il primo tentativo, forse comunque meno adatto a lui, ma poi alla seconda occasione non lascia che le briciole agli avversari con una vittoria perentoria che ne conferma tutta l’esplosività e resistenza.
Bryan Coquard (Cofidis), 7: Aiutato anche dalla fortuna, l’esplosivo velocista francese si prende una bella vittoria, di ottimo auspicio in vista di un Tour de France dove cerca ancora il suo primo successo in carriera dopo tanti piazzamenti in questi anni.
Johannes Staune-Mittet (Visma|Lease a Bike), 7: Più volte in fuga, non riesce mai a concretizzare, ma si mette in bella mostra in una delle corse più dure della stagione, la sua prima da professionista. Altri talenti sono più precoci di lui, indubbiamente, ma nulla toglie al suo percorso di crescita.
Isaac del Toro (UAE Team Emirates), 6,5: Compiti di gregariato svolti alla perfezione e una regolarità che fa davvero ben sperare in vista del futuro, anche a breve termine. Il giovane messicano si conferma corridore sempre più valido ed efficace.
Michael Matthews (Team Jayco-AlUla), 6,5: Di occasioni non ne aveva molte, ma era qui anche e soprattutto per fare la gamba e quanto ottenuto è abbastanza in linea con le aspettative, riuscendo ad inserirsi nella lotta per il successo quando possibile, accumulando poi tanti chilometri preziosi in salita nel motore.
Axel Laurance (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Ribadisce la sua crescita e la sua grande motivazione, anche se alla fine non riesce a concretizzare il lavoro dei compagni. Per il campione del mondo U23 arrivano comunque importanti conferme riguardo il fatto di poter essere competetivo in corse di grande livello.
Arnaud De Lie (Lotto Dstny), 6: Fa un po’ di fatica negli strappi, più di quanto forse ci si aspettava, ma alla fine la vittoria salta probabilmente a causa della sfortuna che per demeriti veri e propri.
Felix Gall (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Gli manca qualcosa rispetto allo scorso anno, ma d’altro canto ha anche ambizioni ben diverse nelle corse in arrivo. Il decimo posto finale è comunque figlio di un modo di correre non sempre votato al risparmio, che lo ha visto più cercare di mettersi alla prova che pensare al risultato stesso.
Mark Cavendish (Astana Qazaqstan), 6: Venuto per faticare e affrontare grandi salite, senza ambizioni di alcuna sorta dato il percorso disegnato dagli organizzatori, fa quel che deve in vista del grande obiettivo Tour de France.
Cian Ujtdebroeks (Visma|Lease a Bike), 5,5: Al ritorno in gara dopo il ritiro dal Giro d’Italia, mostra subito di non aver ancora ritrovato la condizione, complice anche il fatto che i suoi obiettivi sono molto più in là nella stagione e probabilmente le sue sessioni di allenamento non sono state molto intense ancora.
Enric Mas (Movistar), 5,5: In salita era sulla carta uno dei più temibili, invece mostra ancora una condizione abbastanza indietro rispetto ai rivali. Non necessariamente preoccupante in vista del Tour de France, che resta il suo grande obiettivo, ma qualcosa in più ce lo si poteva aspettare.
Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), 5,5: La sua rimane una stagione fin qui indecifrabile. A un buon momento di forma, coinciso con il Giro d’Abruzzo, hanno fatto seguito ritiri e prestazioni anonime. In questa corsa prova qualche attacco da lontano, ma sembrano mancargli del tutto quelle che sono state in passato le sue qualità migliori, in quanto a resistenza e cambio di passo.
Lenny Martinez (Groupama-FDJ), 5,5: Il primo passaggio a vuoto della eccezionale stagione dello scalatore transalpino lo vede, in particolare, vivere due giornate decisamente negative che andranno analizzate per comprendere se si tratta di un naturale momento di bisogno del fisico, oppure qualcosa di più preoccupante. Con la buona crono finale ribadisce le sue grandi qualità, ma fa anche aumentare i rimpianti di una prova a corrente alternata.
Sergio Higuita (Bora-hansgrohe), 5: Aveva la rara occasione di poter guidare la squadra, ma in salita dimostra di essere lontano dai migliori, soffrendo giorno dopo giorno senza poter far altro che una corsa passiva.
Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), sv: Parte bene, mostrandosi pimpante per se stesso e per la squadra, ma poi una caduta il quarto giorno lo porta al ritiro, colpito in volto e arrivando al traguardo ancora sanguinante in bocca.
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