Ineos, i dubbi di Egan Bernal: “Se corressi il Giro potrei compromettere Tour e Olimpiadi”

Egan Bernal ancora incerto sul suo calendario per il prossimo anno. Da settimane il colombiano mostra il suo affetto verso il Giro d’Italia e, sin dalla presentazione del percorso, non nasconde la sua voglia di parteciparvi, pronto a correre anche il Tour de France dopo aver partecipato alla Corsa Rosa. Se questa sarebbe la sua decisione istintiva, di cuore, dall’altro lato questo desiderio si scontra con la razionalità del Team Ineos, che lo vorrebbe solamente alla Grande Boucle (eventualmente poi alla Vuelta a España). Una decisione difficile per la più giovane maglia gialla degli ultimi cento anni, che considera inoltre il Tour come la miglior preparazione possibile per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, che rappresentano per lui una occasione forse irripetibile.

Se corressi il Giro potrei compromettere Tour e Olimpiadi – ha commentato a margine della premiazione come sportivo dell’anno, secondo quanto riporta CiclismoInternacional – Il percorso dei Giochi è adatto ai colombiani e dobbiamo creare il nostro calendario in base a questo. Sarebbe qualcosa di storico per il paese e per come la vedo, l’allenamento ideale è passando dal Tour de France, perché ci sono appena otto giorni, a patto di recuperare bene in quella settimana”.

Detta così, sembra scartata l’ipotesi Corsa Rosa, che tuttavia ancora resta in piedi per ragioni di cuore: “Mi piacerebbe difendere il titolo al Tour, ma non scarto il Giro. Mi piace molto e mi piace l’atmosfera che c’è lì. Ho vissuto due anni in Italia e questo mi dà grandi motivazioni. Inoltre, i colombiani sentono qualcosa di speciale con quella corsa e io è come se avessi una famiglia lì”.

I dubbi al momento non vengono sciolti, con il calendario dunque ancora in sospeso, ad eccezione delle sue prime corse, che affronterà in patria. “Normalmente comincerò con il Tour Colombia – conclude in merito – Penso che andrò anche ai Campionati Nazionali perché sono le uniche opportunità che ho per correre nel mio paese”.

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