Groupama-FDJ, David Gaudu: “Ho avuto molti alti e bassi quest’anno e ho attraversato molte difficoltà, ma sono riuscito a superarle e sono felice”

David Gaudu traccia un bilancio della propria stagione. Il portacolori della Groupama-FDJ ha vissuto un annata caratterizzata da più ombre che luci, che nella prima parte lo ha visto faticare nelle gare più importanti e ottenere come miglior risultato un successo al modesto Tour du Jura. Il momento peggiore, però, è coinciso con l’appuntamento più importante dell’anno, il Tour de France, dove, anche a causa dell’infezione da covid presa dopo il Giro del Delfinato, non è mai riuscito a mettersi in evidenza, né nella singola giornata, né nella generale. Dopo la disastrosa Grande Boucle, però, il 28enne transalpino è stato in grado di rilanciarsi ed è stato protagonista di una buona Vuelta a España, conclusa al sesto posto, vincendo poi una tappa al Giro del Lussemburgo e chiudendo anche nella top-10 Il Lombardia.

Ovviamente ti fai molte domande – ha ammesso Gaudu in un video apparso sui profili social della squadra francese – Ho fatto 87 giorni di corsa, è stata la mia stagione più lunga. Ho avuto molti alti e bassi quest’anno, ma non mi hanno fermato dal vincere ed è una bella sensazione“.

La sequenza Delfinato-Tour de France, con il covid prima del Tour, è stata estremamente complicata – ha proseguito il classe 1996 – Subito dopo la fine del Tour, sono passato alla mentalità lottatore. Di solito, sono ossessionato dal Tour de France, questa volta è stato lo stesso, ma per la Vuelta. Ho fatto una grande Vuelta, poi sono riuscito ad alzare le braccia in Lussemburgo e ho concluso bene in Italia, al Lombardia. Sono riuscito a ritrovare me stesso alla fine della stagione“.

I risultati ottenuti nella parte finale dell’annata fanno quindi ben sperare in vista del 2025: “La squadra ha bisogno di me al 100%. Ho attraversato molte difficoltà. Purtroppo fa parte della carriera, bisogna passarci attraverso. Essere riuscito a superarle mi ha permesso di passare a una nuova fase, anche come uomo. Sono felice della mia vita, di salire in bici, di correre e di soffrire, felice che stia andando bene. Non vedo l’ora che arrivi il 2025“.

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