EF Education-EasyPost, Andrey Amador vuole dare tutto per il team in questi ultimi anni di carriera: “Ho imparato dai miei errori, voglio aiutare”
Andrey Amador spera di poter lasciare il ciclismo per una sua decisione. Rimanere ai massimi livelli nello sport per tanti anni è un’impresa ardua, e una disciplina dura e faticosa come il ciclismo non viene certo meno a questa regola. Il costaricano in forze alla EF Education – EasyPost ha ormai tanti anni di attività alle spalle e nella sua lunga carriera si è tolto delle importanti soddisfazioni sia a livello personale, come vincere una tappa al Giro d’Italia, vestire la maglia rosa e terminare 4° la classifica generale del GT italiano, sia a livello di squadra, aiutando in più occasioni, in veste di gregario, i suoi tanti capitani a ottenere risultati importanti, soprattutto nelle corse a tappe.
Il trentasettenne proveniente dalla Costa Rica è nel World Tour da 15 anni ed è ancora legato per due stagioni col team statunitense, che saranno probabilmente le sue ultime. “Ho un contratto fino al 2025, allora avrò quasi 39 anni – spiega a Ciclismo Internacional – Non è facile, ci sono molte variabili in questo sport, ma la cosa bella sarebbe mettere la parola fine quando ritengo che sia arrivato il momento. Sarà una età sufficiente nella quale potrei sentire di non avere rimpianti, che ho fatto esperienze, conosciuto persone e luoghi. Inoltre, arriva il momento di dare spazio alla famiglia, le mie figlie sono cresciute e vorrei passare del tempo con loro”.
Il classe 1986 ammette che, durante gli anni trascorsi in INEOS Grenadiers, avrebbe potuto dare di più alla formazione britannica, alla quale era arrivato dopo essersi dimostrato tra i migliori gregari alla Movistar. “Il mio periodo in INEOS non è stato dei migliori, non sono stato bene a livello personale – ammette – Lo scorso anno erano due anni che non partecipavo ad alcun grande giro, ero demotivato e in sovrappeso. Quest’anno sto meglio, sono più motivato, con un peso migliore e con più corse fatte, cosa necessaria alla mia età. Spero di essere a un livello migliore la prossima stagione. Voglio offrire la mia esperienza e aiutare gli altri, dare il mio contributo, cosa che so fare bene”.
Nonostante il basso rendimento ottenuto con i granatieri, il Tico ricorda con affetto il periodo trascorso con la squadra britannica: “È una grande squadra, era un punto di riferimento e lo è ancora. Quando sono andato lì pensavo di andare in una squadra chiusa, ma non è stato così. Ho lasciato molti amici. Non ho avuto un buon rendimento ed è stata colpa mia, ho fatto degli errori e quelli si pagano. Non ho nulla da rimproverare a INEOS, preferisco non entrare nel merito di quegli errori, se non ammettere che ho imparato da essi”.
Il passaggio di squadra gli ha ridato morale e fiducia, oltre ad un ruolo più centrale, ed è pronto a dare pieno sostegno alla sua squadra. “Vorrei che il mio team e i miei compagni fossero contenti di me – prosegue – Voglio fare bene il mio lavoro e fare in modo che la squadra raggiunga gli obiettivi e che Richard Carapaz sia di nuovo al 100% come nelle ultime gare della stagione”.
Al momento tuttavia non si sa il suo calendario per l’anno ormai alle porte, se non per l’inizio che dovrebbe essere al Colombia Tour, ma non nasconde il suo desiderio di tornare al Giro d’Italia, “la corsa che mi piace di più e se mi sento bene sarebbe un sogno tornarci”. Proprio nella Corsa Rosa ha ottenuto i suoi migliori risultati in carriera, anche se tanti anni fa e ormai è consapevole che non potrà ripetere quegli exploit.
“Il ciclismo è cambiato – sottolinea – io ho vissuto la vecchia scuola. Era un ciclismo più rilassato, si iniziava la stagione con una forma relativa, con gennaio, febbraio o marzo per entrare in condizione, ma ora si è a pieno regime da gennaio a ottobre, il sacrificio è tantissimo. Io la prendo con più calma. Non entro nel merito, ma non esiste un ciclismo migliore o peggiore, sono approcci diversi”.
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