Bahrain-Victorious, Pello Bilbao si prepara per la nuova stagione: “Difficile crescere ancora, ma voglio scoprire dov’è il mio limite”

Pello Bilbao è pronto per affrontare la nuova stagione. Il corridore della Bahrain-Victorious disputerà il 2024 per provare nuovamente a ben figurare al Tour de France, ma cercherà anche di ottenere successi nelle corse di una settimana o nelle gare di un giorno, proseguendo in un percorso di crescita continua che a 33 anni ormai compiuti non sembra ancora essersi fermato. Il basco nel 2023 ha chiuso al terzo posto il Tour Down Under ed in sesta posizione la Grande Boucle e in questa nuova stagione vuole dare continuità a questi risultati in una formazione in cui sarà ormai il primo punto di riferimento dopo l’addio di Mikel Landa, passato alla Soudal-QuickStep. 

Il classe 1990 si presenta dunque al nuovo anno “con lo stesso entusiasmo dell’anno precedente e con la voglia di mantenermi e fare un altro passo in avanti”, spiegando a Marca di avere voglia di continuare la sua splendida progressione: “Voglio scoprire dov’è il mio limite. Ho la mentalità per continuare a crescere e fare qualcosa di diverso. Consapevole che le opportunità sono sempre meno, ma anche pensando che restando al livello dell’anno scorso potrò raggiungere grandi traguardi”.

Un obiettivo ovviamente condiviso anche dal team, che si affida sempre di più ad un corridore che in questi anni ha mostrato solidità e costanza, per sé stesso e per i compagni: “Sperano che continui sulla stessa linea. Difficile chiedere di più. Se devo dare di più, lo darò. Siamo consapevoli che è difficile continuare a crescere. Il margine è piccolo e il livello a cui stiamo lavorando è già molto alto.  Potrei fare un passo in più per esperienza o competenza, ma fisicamente è difficile continuare a crescere. Non si sa mai perché ogni anno inseriamo qualcosa di nuovo nella preparazione oppure ci sono sempre dei miglioramenti possibili, ma il tetto massimo è vicino. Attraverso l’esperienza o la conoscenza delle corse, puoi ottenere qualcosa di buono. Ogni anno che passa riusciamo a farlo”.

Nel 2024 tornerà dunque in Francia per disputare il suo quinto Tour de France, pur consapevole che gli spazi saranno sempre meno. “Ci sono tappe per me – ragiona pensando al percorso –  Ma potrei avere meno possibilità rispetto allo scorso anno per quanto riguarda le tappe di media montagna in cui si vede una chiara opzione per la fuga, ma continueremo a provarci. Dipenderà dalla situazione che si creerà in gara con quattro seri contendenti al podio. L’anno scorso si è vista una lotta polarizzata tra due, Tadej e Vingegaard. Sembrava che la guerra fosse limitata a due squadre, ma penso che l’anno prossimo ci saranno anche la Bora con Roglic e Remco con la Soudal. Se si allargasse di più la lotta, forse le possibilità per i corridori come me aumenterebbero”.

Il Tour però non sarà l’unico obiettivo di Bilbao, che punta infatti a “vincere un giro di una settimana o conquistare la Clasica San Sebastián”, conclusa quest’anno alle spalle del solo Remco Evenepoel in uno sprint che il belga ha mostrato di saper gestire molto meglio che in passato. “Questo sarebbe il piccolo passo che posso fare – ammette – Sono consapevole che lottare per il podio in un evento importante è difficile. Sono sempre vicino, ma allo stesso tempo lontano. Quindi forse devo concentrarmi su altri obiettivi”. 

Dopo il GT francese, deciderà se andare alla Vuelta perché “non ne varrebbe la pena se non ho nulla da dare”, ma non chiude totalmente la porta perché “la seconda parte di stagione è ancora da definire”, ma se avesse “qualcosa da dare sarebbe bello confrontarsi con gli altri alla Vuelta”. Infine non dimentica la Nazionale con cui “il Mondiale potrebbe essere la migliore opportunità per me”, mentre per le Olimpiadi è consapevole della difficoltà di essere selezionato visto che“ci sono solo tre posti”.

L’esperto corridore iberico sottolinea comunque anche gli obiettivi di squadra, ricalcando le parole del suo team manager Milan Erzen: “Penso che in molte occasioni punteremo sulla generale. Forse non con chiare opzioni per il podio, ma abbiamo diverse risorse. Soprattutto per i giri di una settimana. Per i grandi giri può mancare un grande candidato, ma ci sono corridori per un piazzamento di rilievo e che andranno a caccia di tappe, che dovrebbero essere la nostra principale risorsa. È la nostra identità e ciò in cui ci siamo specializzati negli ultimi anni. Concludere il Tour con tre vittorie di tappa non ha nulla da invidiare. Forse è anche meglio del terzo posto sul podio, la gente dovrà valutare. Per me, vivere tre vittorie di tappa è più emozionante e più motivante”.

Infine si espone sulla strada che sta prendendo il ciclismo con la possibilità di diversi cambiamenti all’orizzonte. Sull’idea della Superlega: “Sono totalmente d’accordo che i diritti televisivi, una parte di essi, debbano arrivare anche alle squadre a cui verrebbe data una certa stabilità e quindi non dipenderebbero semplicemente dagli sponsor. Penso che sia un accordo che verrà raggiunto nel breve o medio termine. Il ciclismo sta crescendo molto e quel ritorno deve riflettersi nelle squadre. Non so a che punto siamo. Non ce lo dicono. Ma è anche un modo per fare pressione sui grandi organizzatori”.

Invece sul ciclismo che sta diventando sempre più simile al calcio, un dibattito sempre più attuale in questi ultimi giorni, anche lui si mostra abbastanza contrario: “Al di fuori dello sport, il ciclismo sta guadagnando importanza. Per molti versi non vorrei fosse come il calcio, ma è vero e interessante che il pubblico abbia notizie al di fuori dello sport. Facciamo in modo che ci sia più seguito su ciò che stiamo facendo. Penso che il ciclismo sia un prodotto molto potente che fino ad ora non è riuscito a vendersi molto bene, ma i prossimi anni saranno molto buoni perché arrivano nuovi mezzi e possibilità. È uno sport molto spettacolare e dobbiamo solo raggiungere meglio il pubblico”. 

Per concludere dice la sua sull’ingresso di grandi sponsor come Red Bull e Lidl a supporto delle relative squadre rispetto alla Bahrain, che da diversi anni è stabile senza nuovi flussi economici: “Alla fine, finché continueremo ad avere stagioni come la scorsa, penso che siamo ben posizionati. E questo darà loro ragioni per continuare a mantenere il budget. Fare un salto in più e avere una referenza che ti garantisca la vittoria in un grande giro sarebbe un investimento molto potente. Adesso non si può perché i corridori che possono vincere i GT sono solo quattro o cinque e prenderli ora è molto complicato. Non è solo una questione di budget. Abbiamo una squadra molto completa ed abbiamo ottenuto molto, quindi non ci lamenteremo di quello che abbiamo”.

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