Bahrain Victorious, Pello Bilbao ricorda Gino Mäder: “La sua morte mi ha aiutato a vedere le cose con un’altra prospettiva, probabilmente mi farà terminare la mia carriera prima di quanto pensavo”
Pello Bilbao torna a parlare del suo grande amico Gino Mäder. Dopo l’assegnazione del nuovissimo “Trofeo Gino Mäder” in occasione dell’ultima edizione del Vélo d’Or, assegnato quest’anno a Luis Angel Mate per il suo impegno sociale, anche lo spagnolo della Bahrain Victorious ha voluto nuovamente ricordare lo svizzero, tragicamente venuto a mancare in occasione del Giro di Svizzera dello scorso anno, ricordandone l’impegno per l’ambiente che lo ha visto lottare per tanti anni contro temi sensibili come la deforestazione e il riscaldamento globale.
Pur apprezzando questo nuovo trofeo, introdotto da L’Equipe per ricordare e celebrare Mäder, il basco ha espresso il suo dispiacere per la consapevolezza che l’impegno del suo ex compagno di squadra gli sia stato riconosciuto solo dopo la sua morte: “È davvero un peccato – spiega Bilbao al portale basco naiz.eus – Mi piace pensare che se fosse ancora vivo oggi gli verrebbe riconosciuto il suo impegno e quindi gli sarebbe possibile condividere le sue idee”.
Il nativo di Guernica ha poi ripercorso i terribili momenti immediatamente successivi al tragico incidente dello scorso anno, spiegando come da quel momento abbia cominciato a vedere anche il ciclismo con una prospettiva completamente diversa: “Gino ha lasciato una figlia giovanissima e questo ha reso tutto ancora più difficile da affrontare perché ci si mette nei panni della famiglia. Il giorno dopo l’incidente eravamo con i suoi genitori, è stato un momento difficilissimo. Dall’altro lato quello che è successo mi ha permesso di capire il ciclo della vita e di cambiare prospettiva su molte cose. Tornare a casa e rivedere la propria moglie e la propria famiglia, questa è la cosa più importante di tutte. Dopo l’incidente ho iniziato ad avere una sensazione di pericolo che, viste anche le responsabilità che ho a casa, probabilmente mi farà terminare la mia carriera prima di quanto pensavo. Mi costa sempre più fatica prendere rischi in bici, la mia mentalità sta cambiando con l’avanzare dell’età”.
Proprio il classe 1990 è stato il primo corridore a proseguire nella lotta iniziata da Mäder contro la deforestazione, lanciando una sfida in occasione del Tour de France 2023 e donando 1 euro per ogni corridore che lo ha battuto nel corso delle 21 tappe della Grande Boucle. Pur trattandosi di un gesto inizialmente simbolico, lo spagnolo ha preso poi a cuore la questione, e spera che i suoi colleghi decidano di seguire l’esempio dello svizzero: “Credo che gli atleti abbiano una responsabilità. Noi abbiamo la fortuna di essere un modello per alcuni e di conseguenza le nostre azioni hanno più visibilità. Purtroppo la dedizione richiesta dal nostro lavoro a volte può portare all’egoismo. Ma dovrebbe essere il contrario, considerando le possibilità che abbiamo di raggiungere tante persone e soprattutto l’impatto che abbiamo sui giovani. La nostra immagine però è gestita dai brand e non è a servizio degli ideali”.
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