Vuelta a España 2025, Tom Pidcock: “È difficile descrivere la delusione, sentivo che oggi sarebbe stato il mio giorno”

Il 26enne ha anche lanciato una sorta di messaggio ai manifestanti: "Metterci in pericolo non aiuterà la vostra causa"

Tom Pidcock non nasconde la delusione per non aver potuto giocarsi fino in fondo l’undicesima tappa della Vuelta a España 2025. Il britannico della Q36.5 Pro Cycling ha confermato di essere in un ottimo momento di forma attaccando sull’ultima salita di giornata, l’Alto de Pike, e riuscendo anche a staccare la Maglia Rossa Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike) nel tratto più duro dell’ascesa. Il danese è poi rientrato sul 26enne e i due hanno proseguito assieme fino ai tre chilometri dalla conclusione, dove gli organizzatori sono stati costretti a far finire la tappa a causa delle proteste dei manifestanti pro-Palestina sul traguardo di Bilbao senza poter assegnare la vittoria di giornata, ma calcolando comunque i distacchi tra i corridori al cartello dei -3 all’arrivo.

È difficile descrivere la delusione, ad essere sinceri – le parole di Pidcock, raccolte dai nostri inviati sul posto – Insomma, sentivo che oggi sarebbe stato il mio giorno. Penso che dovrebbe sempre esserci un traguardo. Non stiamo mica partecipando a una fottuta gara amatoriale, no?”. Una volta raggiunti i -3, il britannico ha però proseguito in trance agonistica ed è stato “fermato” da Vingegaard: “Sapevo che il traguardo era ai 3 km, ma in realtà non sapevo quando fossero quei 3 km. Ero troppo impegnato a cercare di darmi i cambi con Jonas e, quando abbiamo superato quel punto, mi sono reso conto che non ci sarebbe stato un vincitore“.

Interrogato riguardo alle proteste, il 26enne non ha voluto inizialmente sbilanciarsi: “Non è facile. Penso che la Vuelta abbia fatto tutto il possibile per garantire la nostra sicurezza. Non voglio fare dichiarazioni politiche, non vorrei finire nei guai. Penso che molte persone abbiano evitato di parlarne pubblicamente, ma a volte nel gruppo si respira un po’ di paura. Ma penso che, finché la nostra sicurezza viene prima di tutto, allora possiamo continuare a correre, ed è quello che siamo qui per fare. Penso che il ciclismo non abbia nulla a che vedere con quello che sta succedendo”.

In seguito, però, Pidcock ha lanciato una sorta di messaggio ai manifestanti: “Metterci in pericolo non aiuterà la vostra causa. Semplicemente non aiuterà la causa per cui state protestando. Tutti hanno il diritto di protestare, per qualsiasi motivo, ma metterci in pericolo non è la strada giusta da seguire”.

Non sto dicendo che avrei vinto, ma avevo buone possibilità di vincere – ha aggiunto il britannico – È deludente, ma non sprecherò energie su questo, abbiamo ancora molta strada da fare. Da quanto mi è stato detto, oggi sarebbe stato il giorno con più manifestanti, quindi penso che d’ora in poi potrebbe andare meglio“.

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