Vuelta a España 2025, Jonas Vingegaard sulle proteste che stanno scuotendo la corsa: “Penso che i manifestanti vogliano essere ascoltati, peccato per il modo in cui avviene proprio in gara”
Le protese contro la presenza della Israel-Premier Tech in gara continuano a rendere difficile la situazione alla Vuelta a España 2025. L’ultimo episodio, di una serie ormai lunga, è avvenuto domenica 7 settembre, nel corso della tappa numero 15, quando un dimostrante ha cercato di invadere (senza riuscirci) la sede stradale al passaggio dei corridori. Il trambusto successivo ha comunque portato alla caduta di due corridori, con Javier Romo (Movistar) a riportare la peggio. In seguito, l’organizzazione della corsa spagnola ha fatto sapere che la persona in questione è stata arrestata.
Sulla situazione, a fine tappa, si è espresso il capolista della classifica generale, Jonas Vingegaard: “Di quello che è successo a Romo non sapevamo nulla – le parole di Vingegaard raccolte da TV2 – Lo abbiamo visto rientrare in gruppo ferito, ma non sapevamo quello che era accaduto. Le proteste? I manifestanti lo fanno per una ragione, è orribile quello che sta accadendo in questo periodo. Quelli che protestano lo fanno qui perché hanno bisogno di un ‘altoparlante’ (traduzione letterale – ndr) per essere ascoltati”.
Il campione della Visma|Lease a Bike aggiunge: “Hanno bisogno che i media diano loro la possibilità di esprimersi e usano la Vuelta per farlo – il pensiero del corridore danese – Chiaramente, lo fanno con modalità che è un peccato che vengano usate proprio qui. Penso che ci siano tanti corridori che la pensano così, ma, ripeto, credo che le persone che protestano vogliano disperatamente farsi sentire”.
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