Vuelta a España 2018, Nibali: “Se supero la prima settimana posso dire la mia. Quintana favorito, occhio a Kwiatkowski. Aru? Vive con troppo stress”

Vincenzo Nibali si presenta alla Vuelta a España 2018 con più dubbi che certezze. Reduce dal brutto infortunio subito nella tappa del Tour de France 2018 con arrivo all’Alpe d’Huez, quando un contatto con un tifoso gli ha procurato una frattura vertebrale ricomposta attraverso un intervento chirurgico, e fermo dal 19 luglio scorso, il portacolori della Bahrain-Merida ha già dichiarato di non poter puntare al successo finale ma di volersi concentrare su qualche vittoria di tappa, magari nell’ultima settimana di gara, per presentarsi con un morale diverso all’ultimo grande appuntamento stagionale: i Mondiali di Innsbruck. Intervistato da La Gazzetta dello Sport in edicola stamane, lo Squalo dello Stretto ha confermato solo parzialmente i suoi propositi e rilanciato a chiare lettere le ambizioni che coltiva, indicando anche quelli che, a suo avviso, potranno essere i favoriti per il successo finale del GT iberico.

“Non posso vincere, non prendiamoci in giro. Ho un chilo in più e qualche watt in meno […] Ho venti giorni esatti di allenamento, non ho fatto altura […] Certo, il chilo lo perdo in qualche tappa e i watt credo arrivino. Ci può essere il miracolo. Le risposte che ho avuto in allenamento sono buone, la crescita graduale. Vengo da un infortunio importante. Cosa devo fare: provare a tenere duro per la classifica e magari finire decimo, o correre divertendomi pensando a vincere qualche tappa? Forse è meglio la seconda ipotesi. Se supero bene la prima settimana, poi piano piano posso dire la mia”.

Secondo il vincitore della Vuelta 2010, al contrario di quanto suggerito da molti addetti ai lavori, un favorito d’obbligo c’è: “Per me Nairo Quintana (Movistar) ha qualcosa in più di tutti. Ha fatto un Tour sotto tono, ma credo che qui arrivi preparato. L’alternativa è Simon Yates (Mitchelton-Scott), che per due settimane al Giro faceva paura. Aveva messo quasi in cassaforte a doppia mandata la maglia rosa, poi è saltato. Chissa se è stata una cattiva gestione o una crisi. Prima era stratosferico. Thibaut Pinot (Groupama-FDJ)? Anche lui può essere l’uomo giusto. Poi bisogna vedere cosa vogliono fare gli Sky. Kwiatkowski mi pare sia uscito benissimo dal Tour e ha vinto il Polonia. Occhio”.

Nell’occasione Nibali si è soffermato anche sulla stagione no dell’ex compagno di squadra e amico Fabio Aru (UAE Team Emirates), anch’egli trionfatore in Spagna (2015) e a caccia del riscatto: “Forse vive con troppo stress. Credo che non metabolizzi velocemente i momenti no. Questo però è carattere. Dove può arrivare? Non lo so, non l’ho mai visto correre quest’anno. Devo già curare me stesso”. Infine sui Mondiali e sulle possibilità di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) di conquistare la maglia iridata per la quarta volta: “L’ha visto il percorso? Dai, male che vada è vicino a casa. Il viaggio non è lungo. Lui è imprevedibile, chissà”.

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