Tour de France 2023, Tadej Pogacar bloccato da una moto mentre attacca Jonas Vingegaard
Forse non cambiava niente, ma poteva anche cambiare tutto. Lo scatto repentino di Tadej Pogacar a 500 metri dalla vetta del Col de Joux Plane poteva avere un esito molto importante per l’esito del Tour de France 2023, quantomeno nelle tattiche dei prossimi giorni. Il capitano della UAE Team Emirates aveva infatti aspettato quel momento per provare ad attaccare Jonas Vingegaard, dopo che il danese era rientrato un chilometro prima. Con otto secondi di abbuono a disposizione al GPM, ma soprattutto con la possibilità per lo sloveno di guadagnare qualche secondo in vista di una discesa in cui avrebbe potuto proseguire il suo attacco, poteva essere una azione molto importante.
Certo, magari Vingegaard non avrebbe ceduto neanche un metro, magari lo avrebbe anche potuto superare in cima come poi ha fatto sorprendendo lo sloveno, oppure lo avrebbe potuto comunque riprendere in discesa, oppure chissà… Non lo sapremo ovviamente mai, ma non ci son dubbi che avremmo voluto saperlo. Qualunque fosse stato l’esito, sarebbe sicuramente stato preferibile a quello che abbiamo avuto, guardando uno scatto morire sul nascere per colpa di una moto che ha ostacolato (involontariamente, ovvio) la sua accelerazione.
Colpa della moto o colpa del mancato controllo di un pubblico che non lasciava spazio? In ogni caso, l’errore è dell’organizzazione. Perché, se è vero che sui canali interni di RadioCorsa era da tempo che si chiedeva alle moto di spostarsi, queste non potevano certo sparire improvvisamente né investire qualcuno per lasciare spazio ai corridori. E pensare che non è neanche la prima volta che succede… (chi non ricorda Chris Froome che sale a piedi l’Alpe d’Huez, ad esempio?) Applausi dunque per ASO per aver acconsentito alle richieste sulla sicurezza nella discesa successiva, ma pollice verso per un errore che ha chiaramente condizionato una tappa che poteva rivelarsi decisiva per l’intero Tour de France.
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