Tour de France 2022, David Gaudu: “Non mi interessa essere il miglior francese, così non andremo mai avanti”
David Gaudu non è interessato a essere il miglior francese del Tour de France 2022. Con una vittoria finale che manca dal successo di Bernard Hinault nel 1985, i tifosi di casa cercano sempre nuove figure a cui aggrapparsi speranzosi e quest’anno sembra toccare al capitano della Groupama-FDJ, che si è ben comportato in questa prima settimana. Il classe ’96, però, ha spiegato di non essere interessato a cosa fanno gli altri francesi, spiegando anche che una battaglia del genere sarebbe controproducente per l’intero movimento e quindi si concentrerà solo sui propri obiettivi, che sono il podio finale e/o una vittoria di tappa.
“Se mi aveste detto prima del Tour di firmare per arrivare con 30” dal podio alla fine della prima settimana, l’avrei fatto – ha ammesso nella conferenza stampa del giorno di riposo parlando della sua situazione di classifica– In montagna mi sono sentito bene, ero appena dietro i migliori in assoluto, Pogacar e Vingegaard, questo è fonte di grande motivazione. Essere il miglior francese? Ho sempre detto che non conta niente e continuo a dirlo. Se cominciamo a fare questo giochino tra corridori francesi che sono quinti o sesti nella generale, non andremo mai avanti”.
Infine, il francese si è soffermato su cosa potrà accadere a partire da questa settimana con l’arrivo del caldo e su come si può battere Pogacar: “Anche da solo sul pavé è stato fortissimo. Ma non si sa mai, potrebbe crollare. Nessuno è immune a una giornata no. Ma per ora credo sia il corridore più forte. Penso che anche gli altri team stiano pensando a come spodestarlo, ma nemmeno io ho una risposta. Il caldo? Mi preoccupa un po’. Spero che eviteremo il peggio trovandoci in altura sulle montagne, ma non è una cosa che puoi prevenire: il tuo corpo può rispondere bene o male al caldo. Obiettivo podio e vittoria di tappa? Come ogni corridore sogno di tagliare un traguardo del Tour con le braccia alzate e credo sia possibile. Ho sempre corso a tutta, vicino ai migliori corridori, che sia Pogacar, Vingegaard o l’arsenale Ineos. Credo nel principio che ogni corridore sia battibile un giorno e devi aspettare il momento giusto per te”.
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