Tour de France 2020, Egan Bernal è sicuro: “La corsa metterà tutti al proprio posto”

Al Tour de France 2020 manca ancora parecchio, ma l’attesa è già calda. Anche perché, al momento, la Grande Boucle di quest’anno avrà un campo partenti a dir poco sensazionale. A contribuire a questa peculiarità ci mette tanto del suo il Team INEOS, visto che la squadra britannica ha annunciato lo schieramento contemporaneo di Egan Bernal, Geraint Thomas e Chris Froome, vale a dire i vincitori delle ultime cinque edizioni della corsa francese. Il detentore del “titolo” è il giovane colombiano, che dovrà, evidentemente, gestire anche una sorta di “concorrenza” interna: i due britannici, infatti, tutto potranno essere considerati meno che gregari.

“Nei due anni precedenti, abbiamo sempre avuto due leader al Tour – le parole di Bernal in un’intervista ad As – Stavolta saranno tre. Ma ha sempre vinto il più forte. Nel 2018 la prima opzione era Froome e ha vinto Thomas, l’anno scorso lo era Geraint e ho vinto io. L’importante è che la squadra ci sostegna nelle tappe piane e poi la corsa metterà ognuno al suo posto. Personalmente, al momento non è una cosa che mi preoccupi granché. Posso solo concentrarmi sul mio e arrivare in Francia al 100 per cento”.

Bernal parla anche del percorso della Grande Boucle: “È più esplosivo rispetto all’anno scorso, con meno chilometri e meno parti in altura. Ma sarà sicuramente duro perché sarà più veloce. In quanto agli avversari, saranno sicuramente tanti e da rispettare. Tutti facciamo pazzie per calare di peso e per essere al massimo, per arrivarci concentrati e nella migliore condizione possibile. Meriterà chi si preparerà meglio. A oggi, direi che nella lista ci sono Thibaut Pinot, Primož Roglič, Julian Alaphilippe, Chris Froome, Geraint Thomas...”

Con il recente “mercato” il Team INEOS può essere considerato un “Dream Team” del ciclismo? “Sono arrivati anche Richard Carapaz e Rohan Dennis. La squadra sarà molto forte, ma anche la Jumbo-Visma ha messo insieme una buona rosa. Ma nella nostra squadra non bisogna pensare solo al valore dei corridori, ma anche a quella dello staff e del modo di lavorare che abbiamo. Sono molto intelligenti quando bisogna gestire la stagione di ogni corridore”. Fra questi c’è anche Froome, che prova a rientrare dopo un incidente terrificante: “Non ci ho parlato molto, durante il periodo di allenamento che abbiamo condiviso a dicembre” Mi dicono che si sta preparando bene e io spero che possa tornare a essere competitivo. Anche io ho patito per una caduta molto dura ed è una merda essere in una situazione del genere, non sapere se riuscirai a tornare in sella. Non lo vedo come un rivale, ma come una persona. E gli auguro il meglio”.

La prestagione di Bernal come sta andando? “Molto tranquilla. Nel 2019, per la caduta alla Clásica de San Sebastián, ho passato parecchio tempo dai medici perché ho perso alcuni pezzi di dente. Ora la preparazione procede benissimo, tutta dedicata al Tour. Quello sarà il mio primo e unico obiettivo serio. Le altre corse saranno orientate alla Grande Boucle. I Giochi di Tokyo? Arrivano una settimana dopo Parigi, non il miglior momento. In più, io non mi esprimo al meglio nelle corse di un giorno. Non penalizzerò il mio approccio al Tour per un appuntamento di cui non sono specialista, anche se il percorso della prova olimpica mi si addice”.

Ultima nota sullo stato del ciclismo colombiano: “Il fatto che ogni volta che uno di noi va a correre in Europa, perché lì c’è il massimo livello del ciclismo mondiale, è un motivo di orgoglio. Dobbiamo aiutarci tra noi il più possibile, perché quanti più siamo maggiore sarà il rispetto che avremo in gruppo. E non ci sono solo gli scalatori: abbiamo i velocisti, come Fernando Gaviria e Alvaro Hodeg, e Daniel Felipe Martínez sta facendo grandi cose nelle cronometro. E migliorerà ancora…”.

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