Tour de France 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors): Tattica, intelligenza, fortuna. Nel secondo successo del talento francese in questa edizione della Grande Boucle si miscelano tutti gli ingredienti fondamentali. Centrata la fuga per difendere la maglia a pois, il 26enne di Saint-Amand-Montrond si accorge di averne di più del rivale Warren Barguil (Fortuneo-Samsic) e corre con grande sagacia. Stavolta evita di disperdere oltremodo le energie e la dea bendata lo premia facendo rovinare sull’asfalto un Adam Yates (Mitchelton-Scott) ormai proiettato verso il riscatto.

Philippe Gilbert (Quick-Step Floors): Paga a prezzo carissimo il primo errore del suo Tour de France. L’impostazione sbagliata di una curva nella discesa del Portet d’Aspet lo rende sciagurato protagonista di una caduta spettacolare e dolorosa che fa terminare anzitempo un’apparizione nella quale è arrivato sempre a un amen dal successo di tappa e dalla conquista (nella prima settimana) della maglia gialla. Stoicamente raggiunge il traguardo, ma domani non potrà incollarsi il dorsale rosso sulla schiena che la giuria gli aveva tributato eleggendolo il più combattivo di giornata.

Bahrain Merida: Costretta a reinventare il suo Tour dopo l’abbandono di Vincenzo Nibali, la formazione di Paolo Slongo piazza i suoi tre migliori corridori nella fuga di giornata. Nel finale Domenico Pozzovivo controlla bene fin quando la condizione lo assiste e Gorka Izagirre torna sotto in discesa conquistando l’ennesima piazza d’onore di squadra. Manca il successo, ma l’interpretazione della tappa non dispiace affatto.

FLOP

Adam Yates (Mitchelton-Scott): Quando piove, grandina. Il britannico si toglie chilometro dopo chilometro l’amaro di bocca accumulato nelle prime due settimane e, scollinato in testa sul Portillon, inizia a pregustare il dolce sapore del trionfo. L’acquolina in bocca lo distrae facendolo rovinare a terra a sei chilometri dal traguardo. Non basta il (tentativo di) Fair Play di Alaphilippe per riportarlo sotto. Paralizzato dallo spavento e dalla consapevolezza di aver gettato alle ortiche la chance per il riscatto, deve accontentarsi dell’ultimo posto del podio di giornata.

Robert Gesink (LottoNL-Jumbo): È tra i più esperti nel gruppo davanti, eppure corre come un dilettante allo sbaraglio. Si muove in prima persona per seguire Damiano Caruso (BMC Racing Team) sul Col de Menté e fin qui la mossa potrebbe anche starci. L’ostinazione con cui continua a tirare, senza risparmiarsi mai, sulle ultime salite, sfocia però nell’autolesionismo. La cartina di tornasole è nello stile impacciato con cui affronta le rampe verso il Portillon. Si consiglia un ripasso del manuale di tattica.

Uomini di classifica: La filastrocca è sempre la stessa: il percorso non consentiva attacchi. Senza mai provarci, però, il dubbio resterà irrisolto. Al netto di una Sky padrona della situazione (ma da oggi priva di Gianni Moscon), poco aggiungono i timidi tentativi operati da Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin) e Jakob Fuglsang (Astana), mentre la rasoiata di rappresentanza di Mikel Landa Meana (Movistar) fa il solletico ai britannici. È proprio la squadra spagnola a mancare continuamente all’appello. E la strada che conduce a Parigi è sempre più corta.

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