Tour de France 2018, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Tour de France 2018.

TOP

Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo): Sferza i mulini a vento con un’azione in cui la sregolatezza sovrasta il genio. Accreditato di una condizione che in passato gli si è riconosciuta soltanto nel mese di maggio (leggasi Giri d’Italia 2011 e 2016), l’olandese prenota una maglia gialla che resta virtuale per un’infinità di chilometri. Un sogno che resta tale prima di una resa più che mai onorevole, che gli fa completare la top ten di giornata e gli permette di restare in quella della classifica generale.

Geraint Thomas (Sky): Con la maglia gialla sulle spalle dipana il manuale del gregario perfetto. Lavora al servizio di Chris Froome e, una volta accortosi che la frullata del capitano non appartiene alle migliori versioni, approfitta del lavoro degli avversari per riportarsi sulla sua ruota. In un finale del genere ha troppa più potenza degli altri per lasciarsi sfuggire un successo che, almeno a parole, non cambia di una virgola i suoi obiettivi finali. Saprà davvero cedere alle logiche di squadra con una condizione simile?

Vincenzo Nibali (Bahrain Merida): Solo un fuoriclasse poteva trovare nel serbatoio le forze per risollevarsi, in meno di 4000 metri, da una batosta fisica e morale simile. Sorretto dalla condizione dei giorni migliori limita i danni tagliando il traguardo con un ritardo minimo (13” da Thomas) e la sgradita compagnia di una sospetta frattura vertebrale. I (pur leciti) dubbi su cosa avrebbe potuto combinare nel finale, se non fosse rovinato sull’asfalto, rimarranno irrisolti in eterno. La speranza è che non vengano accompagnati da quelli sulle sue possibilità da qui a Parigi.

FLOP

Adam Yates (Mitchelton-Scott): Procede più o meno alla stessa velocità con cui il fratello raggiunse, al lumicino delle forze, Bardonecchia. Vederlo staccarsi a 56 chilometri dall’arrivo e tagliare il traguardo con 28’54” da Thomas, confuso tra i gregari, pone seri interrogativi sulla preparazione dell’ultimo mese, quello che ha fatto seguito al successo nella frazione finale del Delfinato. Ora, definitivamente tagliato fuori dai giochi di classifica, abbia le forze di reinventare il suo Tour per non cestinare malamente la prima metà di stagione.

Nairo Quintana (Movistar): Per mesi ha ribadito, a parole, la sua leadership nella formazione del tridente pesante. Con Valverde gettato inutilmente allo sbaraglio senza raccogliere frutti (né aiuti) per due giorni di fila, il colombiano piazza uno scattino da prassi, e che ha il sapore dell’esercizio di stile, e poi si stacca. Con i 47” accusati oggi se ne vanno concrete speranze di competere per il podio e di mantenere i gradi di capitano, considerando che l’ammaccato Landa va comunque più forte di lui.

Daniel Martin (UAE Team Emirates): Paga a scoppio ritardato i postumi della caduta di Amiens. Se ieri aveva fatto l’elastico riuscendo a rientrare sui migliori per poi scattargli in faccia, oggi l’irlandese si arrende già a 10,5 chilometri dall’arrivo ed è costretto esclusivamente a difendersi. Tutto sommato lo fa anche bene, cedendo 1’45” a Thomas e mantenendo le speranze di rientrare in classifica, ma dopo quanto visto verso La Rosiére era lecito attendersi qualcosa in più.

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Un commento

  1. Non sono d’accordo sul top per Nibali. Infatti deve smetterla di pedalare dietro alla Sky e cercare d’imitare Kruijswijk o Dumoulin. Quanto alla Movstar le strategie del direttore sportivo sono state un grande flop sia oggi che ieri, mandato allo sbaraglio il bravo Valverde per un Quintana , che si è dimostrato inconcludente. C’è da sperare che sui Pirinei cambi la musica per i cosiddetti grandi, troppo remissivi verso la Sky.

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