Pagelle Parigi – Roubaix 2017, Van Avermaet da urlo, Moscon fa sognare / Kristoff deludente

Greg Van Avermaet (BMC), 10: Finalmente riesce ad entrare nel club dei vincitori di una Classica monumento. Un corridore del suo spessore lo meritava e oggi è stato a dir poco perfetto, malgrado un piccolo incidente prima della Foresta di Aremberg lo avesse fatto tremare. Gioca di rimessa, coadiuvato da un fantastico Oss all’attacco, ma è sempre attento alle mosse degli avversari. Questo gli permette di essere al posto giusto nel momento giusto, per poi sprigionare tutta la sua potenza sul Carrefour de l’Arbre. La Roubaix non sembrava la classica più adatta alle sue caratteristiche, ma oggi ha strameritato.

Zdenek Stybar (Quick-Step Floors), 9.5: Corre spavaldo, ma con un solo obiettivo ovvero quello di aiutare Tom Boonen. Le circostanze di corsa, tuttavia, possono essere imprevedibili e alla fine spetta a lui tenere alta la bandiera della squadra belga. Si disimpegna al meglio e alla fine coglie un buon secondo posto. Per un vincente come lui è un risultato amaro, tuttavia contro il Van Avermaet odierno c’era ben poco da fare.

Sebastian Langeveld (Cannondale – Drapac), 9: Da tempo non lo vedevamo così brillante. Il neerlandese è uno di quei corridori misteriosi che alternano belle prestazioni a momenti di buio totale. Questa domenica la ruota ha girato e ciò gli ha permesso di ottenere un bel risultato sul podio di Roubaix. L’auspicio è che possa trovare continuità.

Gianni Moscon (Sky), 8.5: Gli appassionati italiani oggi hanno sognato grazie al trentino. Corre spavaldo, con coraggio, supportato da un’ottima condizione e ciò gli permette di entrare nell’azione decisiva assieme a Van Avermaet. Le fiammate del fiammingo sul Carrefour de l’Arbre si dimostrano eccessive, ma non molla e proprio negli ultimi 300 metri riesce a rientrare sulla testa della corsa, cercando anche il colpo di mano. Le energie erano al lumicino e deve accontentarsi di un quinto posto che ha il sapore del punto di partenza. È un classe 1994 e ha enormi margini di crescita. Questa corsa è nelle sue corde e in futuro può sognare in grande.

Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), 8.5: Grande prova del giovane belga che corre in avanscoperta praticamente dai 70 chilometri all’arrivo, quando segue il primo affondo di Peter Sagan. In stato di grazia, riesce a farsi trovare pronto ogni volta che la corsa prende una piega inaspettata e alla fine termina ai piedi del podio. Ha talento da vendere e questo sembra essere solo l’inizio.

Daniel Oss (BMC), 8: Gregario leale e prezioso, oggi il trentino è uno dei grandi protagonisti della corsa. Quando Sagan accende la bagarre a 75 chilometri dall’arrivo è lesto a prendere la sua ruota e alla fine è sempre in avanscoperta permettendo al compagno Van Avermaet di stare tranquillo in gruppo e risparmiare energie. Con il suo lavoro riesce a dare impulso decisivo alla fuga prima del Carrefour de l’Arbre, dando sfoggio di tutte le sue qualità tecniche e caratteriali. L’abbraccio con Van Avermaet dopo il traguardo è una delle belle immagini di questa edizione della Roubaix.

Arnaud Démare (FDJ), 7: Opaco al Fiandre, il francese si riscatta quest’oggi sulle strade della Roubaix, corsa in cui raramente era riuscito a lasciare il segno. Ci prova a circa 50 chilometri dall’arrivo in un’azione piuttosto velleitaria, per poi correre di rimessa sulle ruote degli avversari. Vince la volata dei battuti, cogliendo un sesto posto ben augurante.

André Greipel (Lotto Soudal), 7: Il suo piazzamento rappresenta la riscossa della Lotto Soudal da una campagna del nord amara. Oggi gli uomini di Marc Sergeant ci provano prima con Jelle Wallays (voto 6.5) e poi con Jurgen Roelandts (voto 6), ma entrambi non hanno fortuna al cospetto di atleti più in forma. Grazie al lavoro di Nikolas Maes (voto 6.5) e Marcel Sieberg (voto 6.5), Greipel riesce ad arrivare in buone condizioni nella volata per un piazzamento, portando a casa un risultato di assoluto valore. Aveva anche provato ad anticipare, ma il tempismo non è stato ottimale in questa occasione.

Tony Martin (Katusha – Alpecin), 6.5: La Roubaix gli piace e lo dimostra oggi correndo con spirito battagliero, malgrado un problema meccanico. Alla lunga raccoglie poco, tuttavia con le sue caratteristiche può dire molto sul pavé. Ha margini di miglioramento, ma la prestazione odierna può essere incoraggiante.

Adrien Petit (Direct Energie), 6.5: Apripista di Bryan Coquard di mestiere, oggi si gode una giornata di libertà e si prende il nono posto all’arrivo, facendo meglio dello scorso anno. Le pietre sembrano piacergli e, stagione dopo stagione, sta crescendo in questa specialità. Classe 1990, può recitare un ruolo da protagonista nelle stagioni a venire.

Edward Theuns (Trek – Segafredo), 6.5: Sorride ed è giusto così. Meno di un anno fa era fermo con due vertebre rotte ed ora lo troviamo nella top 10 della Parigi – Roubaix. Si è visto poco, ma è sempre rimasto lì sornione dimostrando di avere un buon futuro in questa corsa che in tanti sognano di conquistare.

John Degenkolb (Trek – Segafredo), 6: La tattica della formazione statunitense sembra chiara, con Stuyven all’attacco e il tedesco su Boonen. Le gambe giravano, tuttavia la scelta non si è rivelata vincente. In corse come la Roubaix basta pochissimo per cambiare il proprio destino e le scelte odierne hanno portato solamente al decimo posto.

Mathew Hayman (ORICA – Scott), 6: Cerca di onorare al meglio la Roubaix da campione in carica, lottando come un leone. Le circostanze di corsa quest’oggi non lo favoriscono, ma lui è sempre là confermando il buon feeling con le pietre. Coglie un undicesimo posto, non paragonabile a quanto fatto lo scorso anno, ma frutto comunque di una prova dignitosa.

Dylan Van Baarle (Cannondale – Drapac), 5.5: In ombra dopo un ottimo Giro delle Fiandre, riesce comunque a concludere con i migliori lasciando la gloria al compagno Langeveld. È chiaro che i muri sono più adatti ad un corridore con le sue caratteristiche, ma c’è margine di miglioramento anche sulle pietre.

Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), 5: Difficile commentare l’ennesima prova deludente del norvegese che, verosimilmente, è lontanissimo da una buona condizione. La Roubaix poteva essere l’occasione per il riscatto, ma è uscito di scena quando la corsa è entrata nel vivo. Periodo no, dal quale sarà importante rialzarsi presto.

Alexander Kristoff (Katusha-Alpecin), 4: Uno dei grandi delusi di giornata. Mai nel vivo della corsa, resta nelle retrovie del gruppo quando la corsa entra nel vivo, trovandosi costretto a districarsi tra cadute e rallentamenti. Esce di scena senza incidere in una campagna del nord che, complessivamente, non è stata esaltante.

Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), sv: Ultimamente il suo destino è legato a doppio filo con quello di Sagan. Costretto a fare i conti con numerosi problemi meccanici, riesce comunque a mantenersi nel vivo della corsa marcando Boonen sul Carrefour de l’Arbre. L’ennesimo problema meccanico, tuttavia, gli impedisce di lottare per un piazzamento. Conclude amaramente la campagna del nord, ma con la consapevolezza di poter essere protagonista nei prossimi anni.

Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), sv: Sfortunato. Difficile aggiungere altro perché oggi fa tutto quel che doveva, aiutato anche dai compagni, ma ogni suo attacco è coinciso con un problema meccanico. Per vincere una corsa come la Roubaix deve filare tutto liscio e oggi lo slovacco ha dovuto fare i conti con la celeberrima maledizione della maglia iridata. Avrà modo di rifarsi, l’importante è voltare subito pagina.

Niki Terpstra (Quick-Step Flooors), sv: Dopo l’ottimo Fiandre, partiva come principale alternativa a Tom Boonen. Una caduta, con conseguente ritiro, gli impedisce di sognare in grande. Peccato, perché poteva essere un bel protagonista.

Tom Boonen (Quick-Step Floors), 10: Non è stata la sua migliore Parigi – Roubaix e, probabilmente, con una diversa gestione della corsa avrebbe potuto raccogliere un risultato migliore del tredicesimo posto. Tuttavia non si può che dedicare un commosso applauso a questo fuoriclasse che ha segnato il ciclismo moderno. Per quattro volte sul gradino più alto del podio di questa classica monumento, ha regalato emozioni agli appassionati entrando di diritto nella storia di questo sport. Oggi ha chiuso la carriera, ma le sue gesta non verranno dimenticate.

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