Tokyo 2020, Michael Woods: “Per vincere devo sperare in una gara molto dura”

Michael Woods pronto ad affrontare la prova in linea delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il corridore della Israel Start-Up Nation sarà uno dei tre atleti del Canada a prendere parte alla gara (sua seconda esperienza olimpica dopo quella di Rio 2016) e, date le caratteristiche del percorso, sarà anche colui sul quale saranno riposte le speranze della nazionale nordamericana di ottenere un risultato. Reduce da un Tour de France sfortunato, nel quale una caduta nella prima giornata l’ha costretto ad abbandonare sin da subito le ambizioni di classifica, il 34enne punta ovviamente a conquistare una medaglia, pur consapevole dei tanti avversari di livello con i quali si dovrà confrontare.

Per ottenere una medaglia penso che dovrò arrivare in un piccolo gruppo – ha dichiarato Woods a Canadian Cyclist – Col caldo penso che ci sarà selezione. Se la gara sarà molto difficile, bisognerà guardare corridori come Remco Evenepoel, Jakob Fuglsang, Vincenzo Nibali e, ovviamente, non posso non citare Tadej Pogacar e Primoz Roglic. Con un ritmo un po’ medio, penso che Wout van Aert abbia una possibilità di vincere in uno sprint ristretto. Per quanto mi riguarda, per avere successo devo sperare in una gara molto dura“.

Dopo la caduta al Tour, le condizioni del 34enne stanno migliorando: “Sto molto meglio. Mi sento un po’ meglio ogni giorno, un po’ più leggero e meno pesante per l’incidente, meno letargico. Questo è davvero un buon segno, perché anche se sento ancora il jet lag, mi sento meglio”.

Volato in Giappone negli scorsi giorni, lo scalatore canadese non ha trovato troppe differenze rispetto a quando si trovava in Francia: “Non mi sembra di essere in Giappone… è piuttosto bizzarro. Sono venuto dal Tour direttamente all’hotel qui, che è pieno esclusivamente di ciclisti, fondamentalmente tutti per la corsa su strada. Quindi, mi sembra di essere passato dalla bolla ciclistica del Tour alla stessa bolla ciclistica; sono le stesse identiche persone che ho visto in Francia”.

“Non ci è permesso lasciare l’hotel tranne che per le ricognizioni e non ci è permesso fermarci mentre le facciamo. A parte il Monte Fuji e i segnali stradali in giapponese, non sembra di essere in Giappone. Sono solo in un’altra bolla di gara – ha proseguito Woods, che ha ammesso di non sentirsi come se fosse alle Olimpiadi viste tutte le restrizioni per il Covid-19  – Penso che la parte migliore dell’andare alle Olimpiadi  sia il Villaggio Olimpico. Qui mi sembra di essere appena andato a un’altra gara ciclistica“.

Parlando del percorso, il 34enne pensa che possa essere favorevole alle sue caratteristiche: “Ho fatto una ricognizione nel 2019, alla Japan Cup, e ieri ho ripercorso la salita chiave due volte, ed è una salita davvero impegnativa. Si adatta alle mie caratteristiche“. Un fattore decisivo della gara sarà quasi sicuramente il clima, molto caldo e umido, che imporrà di idratarsi e alimentarsi bene durante la corsa: “Assicurarmi di consumare molti liquidi farà una grande differenza; non solo per il livello di calore, ma per l’umidità. Non c’è molta circolazione d’aria, quindi devi davvero assicurarti di rimanere al massimo dell’idratazione”.

“Purtroppo, il Tour non è stato caldo; speravo di utilizzare il Tour come preparazione in quel senso- ha ammesso il corridore della Israel Start-Up Nation – Normalmente, è una gara molto calda, ma questo è stato uno dei Tour più freddi di cui ho memoria. Questo è stato uno dei motivi per cui ho deciso di lasciare prima il Tour, per cercare di arrivare qui un po’ prima e abituarmi al caldo“.

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